Pierlucio Ceresa, Mantova  e la Comunità del Garda

MANTOVA Dopo trent’anni il territorio mantovano è rientrato nella Comunità del Garda, compagine della quale è stato tra i fondatori nel 1955, quando le Regioni non erano ancora nate. Abbiamo intervistato il segretario generale della Comunità, Pierlucio Ceresa. 

Comunità e Mantova, assieme dal 1955, una storia forte che si sta rinnovando. 

Si, nel 1955, quando nasce la Comunità, il simbolo originario era la stilizzazione del lago, il castello e le quattro stelle, a rappresentare le quattro province fondatrici di Verona, Mantova, Brescia e Trento. Una grande intuizione, per un territorio che è omogeneo, e che ha problemi unici, diviso tuttavia da diversi livelli di governo. Già allora c’erano le quattro province, tanti comuni, numerosi enti sovracomunali, come gli enti provinciali per il turismo. La grande intuizione: le quattro Province costituiscono questo tavolo, per affrontare insieme i problemi del lago. Fin dall’inizio Mantova è stata molto interessata al territorio gardesano, anzitutto per motivi geografici e geoeconomici: il Mincio è fondamentale per l’economia mantovana e proprio in quegli anni vengono costruiti importanti sovrastrutture idrauliche, una per tutte l’edificio regolatore chiamata Diga di Salionze che disciplina, orienta, il lago di Garda nel Mincio. Poi c’è l’economia: il tema del del del turismo, negli anni 60, con il “boom economico”, il Garda inizia a diventare una delle mete turistiche più importanti. Ecco che le città vicine hanno tutto l’interesse a fruire di queste di questo nuovo turismo. Infine, la cultura. I Gonzaga erano di casa: a Maderno c’è una loro villa, il Serraglio.

Una città d’arte come Mantova ha sempre goduto di molta attenzione da parte del lago di Garda. Certo, tant’è che Mantova ha sempre espresso i suoi rappresentanti negli organi della Comunità del Garda, nell’Assemblea, ma soprattutto nel Consiglio direttivo, figure apicali della politica mantovana e le istituzioni mantovane, come Sergio Genovesi, presidente dell’Ente provinciale per il Turismo e già sindaco di Mantova; Massimo Chiaventi, presidente della Provincia in quegli anni; Giovanni Rossi e Franco Bertellini, sono stati vicepresidenti della Comunità del Garda in anni diversi, tra gli anni 80 e 90. Finché finché a metà degli anni 90, con la giunta provinciale di Davide Boni, Mantova deliberò il recesso.

Perché si è deciso di uscire? 

In quegli anni molti esponenti della Lega Nord, non solo Mantova, ma anche alcuni comuni, (siamo all’inizio degli anni 90) recedono dalla Comunità. Questo non è un pettegolezzo, ma è un dato che Davide Boni in quegli anni teneva molto alla Comunità e si candidò anche a Presidente. Però non ci furono i numeri per farlo eleggere. Ora, io non so se questo sia stato il motivo del recesso, sta di fatto che dopo poco Mantova recede dalla Comunità, nonostante invece sia rimasta la Camera di Commercio, con Antonino Zaniboni.

Il futuro? 

Si sta cercando di costruire quell’area vasta, chiamiamola “regione del Garda”, con i Comuni capoluogo di Mantova, Verona e Trento, con le province di Mantova, Brescia-Verona e Trento, per affrontare insieme alcuni problemi e sfide strategiche per il 2050. Sfide che riguardano la gestione idraulica, la qualità delle acque ma anche lo sviluppo economico. Non dimentichiamo che il lago di Garda è il 40% dell’acqua dolce disponibile italiana, uno dei bacini di acqua potabile più importanti: oltre ai vari usi, agricolo, industriale, termale e turistico, l’uso umano è sempre più decisivo, dove il tema anche della mobilità diventa fondamentale. Siamo nel cuore dell’Europa, con le tre regioni e le quattro province tra le più importanti della nazione.

Siete unici come modello organizzativo istituzionale?

L’Ente Comunità del Garda rappresenta un unicum nel panorama giuridico e istituzionale italiano, come scritto dal Consiglio di Stato, quando la Comunità del Garda ha ottenuto il riconoscimento giuridico con decreto del Presidente della Repubblica. Siamo quell’ente che costituisce il punto di incontro di tre Regioni, dove il dialogo e la concertazione diventa operativa e fattiva. Siamo il punto di riferimento delle Regioni, con delibera regionale, siamo un ente territoriale interregionale, e portiamo alle Regioni le istanze del territorio che riguardano l’intero lago di Garda.

Antonia Bersellini Baroni