Palazzi-ter in rampa di lancio

MANTOVA La richiesta partita dall’Anci ha trovato accoglimento: il Senato ha dato il benestare alle ricandidature dei sindaci nei piccoli comuni, quelli al di sotto dei 5mila abitanti, anche dopo avere compiuto il secondo mandato consecutivo. Ma il principio secondo il quale a un titolare di “cattedra” possa essere concessa anche una terza nomination per un eventuale terzo mandato sembra ormai fattibile anche per i comuni capoluogo. Una eventualità che va in parallelo con quella dei presidenti di Regione, per i quali fatto da apripista il governatore del Veneto Luca Zaia, in carica dal 2010 grazie a una legge votata dal parlamento regionale che gli ha consentito la rielezione anche nel 2020.
Beninteso che anche altri presidenti regionali hanno manifestato il favore di tale estensione del mandato; per tutti, Bonaccini in Emilia Romagna e De Luca in Campania. Ma è dagli enti locali soprattutto che arriva l’istanza dell’Anci per fare sì che a tutti i sindaci, anche a quelli dei capoluoghi, possa essere concesso il “ter” amministrativo. Ne dà notizia Italia oggi, includendo nella lista dei sindaci papabili anche il primo cittadino mantovano Mattia Palazzi, sul cui nome da tempo si è aperta una discussione strategica: chi lo vede interrompere il proprio secondo mandato già l’anno prossimo per candidarsi al consiglio regionale, chi lo vede invece fare la stessa cosa per tentare la strada parlamentare, e chi come lui smentisce per dirsi intenzionato a finire il secondo quinquennio in via Roma, e poi si vedrà.
Ora la possibilità concreta che si tolga la limitazione ai sindaci di poter fare al massimo un “bis” fa tirare un sospiro di sollievo allo stesso Pd mantovano, dove una possibile interruzione di Palazzi per lanciarsi su altri enti aveva prodotto già qualche mal di pancia per evidenti sovrapposizioni e lotte per le investiture.
D’altro canto, data la prevista riduzione dei parlamentari a Roma, la concessione di un terzo mandato a tutti i sindaci si pone come un allontanamento per loro dei rischi di una eventuale indesiderata “rottamazione” precoce.