L’Europa che passa per Mantova in mostra a Palazzo Te

MANTOVA L’Europa vista come casa comune, nel Rinascimento – anche se attraverso un concetto ben diverso dall’odierno – , così come ai giorni nostri: da queste premesse prende le mosse la nuova stagione espositiva di Palazzo Te “Mantova: l’Europa delle città”, organizzata da Fondazione Palazzo Te in collaborazione con Comune di Mantova e Museo Civico di Palazzo Te. Il progetto, ieri presentato in sala dei Cavalli, è composto dalla mostra “L’imperatore e il Duca. Carlo V a Mantova”, a cura di Marsel Grosso e Daniela Sogliani, aperta fino al 25 giugno, e dalla rassegna “Rubens! Lo sguardo di Rubens su Palazzo Te. Pittura trasformazione e libertà”. L’esposizione dedicata all’arrivo dell’imperatore Carlo V a Mantova, nel 1530 e nel 1532, narra non solo come il regnante venne accolto nella nostra città, come sottolineato dal direttore di Fondazione Palazzo Te Stefano Baia Curioni, ma pone in evidenza il senso dell’Europa all’epoca, partendo dai forti mutamenti in campo politico e religioso. Che determinarono la scelta dei Gonzaga di allearsi con Carlo V, giunto in città a breve distanza dalla sua incoronazione e dalla rinnovata alleanza con il papato. Una opzione dal potente significato istituzionale, di cui il Palazzo stesso è anche testimonianza e racconto. La programmazione prosegue il 7 ottobre con la grande mostra autunnale rivolta a Rubens, che giunge a Palazzo Te una ottantina d’anni dopo l’imperatore, permeato di cultura umanistica. A contatto con le opere di Giulio Romano l’artista rimane colpito dallo spirito rinascimentale, lo copia e lo ridisegna. La traccia pertanto immaginata nell’ambito delle due proposte espositive è quella di una Europa volta alla libertà non solo come concetto, bensì in quanto pratica, con le sue conseguenze eversive e di rottura, la capacità di rinnovarsi e trasformarsi, fondata su una cultura comunitaria e non identitaria. La rassegna è curata da Raffaella Morselli e promossa in collaborazione con Museo di Palazzo Ducale di Mantova e Galleria Borghese di Roma. La mostra, visibile fino al fino al 7 gennaio, illustra il percorso dell’artista fiammingo dimostrando quanto le suggestioni rinascimentali elaborate negli anni mantovani e italiani siano continuate, evolvendosi, nella sua pittura della maturità, per restare come eredità intellettuale e artistica ai suoi allievi. Le opere esposte nelle sale di Palazzo Te mettono in luce il dialogo con i miti e l’interpretazione di Giulio Romano, e non di meno la sintonia mai interrotta con il Rinascimento e la favola mitologica: è qui che Rubens, infatti, tramuta il suo mondo in un linguaggio universale capace di parlare a tutte le corti d’Europa. Questo importante progetto gode della collaborazione di prestigiosi musei italiani e internazionali e di un comitato scientifico composto dagli studiosiRaffaella Morselli, Sabine van Sprang, Betsy Wieseman, Bert Watteeuw, Francesca Cappelletti e Stefano L’Occaso. Il messaggio delle esposizioni è ribadito nell’ampio programma pubblico, come illustrato da Baia Curioni e dal presidente della Fondazione Enrico Voceri, percorrendo diverse istanze: dalla danza alle conferenze, dalla Scuola di Palazzo Te a quella di storia dell’arte, con poi i momenti legati ai festival del territorio. Un contenuto, quello ribadito nelle mostre, che per il sindaco Mattia Palazzi parte dal 2016, con Mantova Capitale della Cultura, e che sostiene un approccio dalla connotazione profondamente politica, sulla quale possa incidere un pensiero intellettuale in grado di confrontarsi con i grandi temi della contemporaneità. Un meccanismo e un ragionamento in divenire, dal quale non sono escluse le città. E che comprende il Palazzo stesso. Struttura che alla fine dell’anno, come annunciato dal primo cittadino, dovrebbe vedere anche il completamento dei lavori presso le Fruttiere.
Ilaria Perfetti