Maltrattamenti, dipendente Bustaffa assolta

MANTOVA  –  Assolta perchè il fatto non sussiste. Questo quanto deciso ieri mattina dal giudice per l’udienza preliminare Beatrice Bergamasco nei confronti di Isabel Garofalo, 51enne dipendente della Bustaffa di Bagnolo San Vito, finita a processo con l’accusa di maltrattamenti perpetrati sul posto di lavoro in concorso con altri due colleghi, il responsabile del reparto confezionamento latticini Dante Spagnoli e la capo turno Angela Mazzola, ed entrambi da giudicarsi con rito ordinario. I fatti a loro contestati risalivano al periodo compreso tra il gennaio 2016 e l’autunno 2017. Nella fattispecie, secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, i tre avrebbero costretto un’operaia di origine magrebina all’epoca 39enne, di origine a svolgere mansioni lavorative molto pesanti e non contemplate nel proprio rapporto contrattuale ciononostante il parere contrario del medico aziendale che sconsigliava per l’appunto l’impiego della donna per attività particolarmente impegnative dal punto di vista fisico e che l’avevano portata più volte a ricorrere cure sanitarie. Ma sempre stando alle accuse, l’operaia sarebbe stata anche fatta oggetto di maltrattamenti psicologici da parte dei tre i quali non avrebbero perso occasione per rimarcare ogni suo errore, mortificandola con frasi ingiuriose e denigratorie. Nello specifico alla Garofalo, in qualità di capo reparto, venivano contestate reiterate condotte vessatorie mosse ai danni della parte offesa, addetta dapprima a lavori di pulizia e quindi a lavori di facchinaggio, confezionamento e pallettizzazione, sottoponendola a continue costrizioni e umiliazioni che cagionavano uno stato di prostrazione fisica e psicologica con la deliberata finalità di indurla al licenziamento, poi effettivamente occorso il 12 settembre del 2017. Per quanto concerne invece la tesi difensiva, poi avallata in toto dalla sentenza di piena assoluzione emessa dal gup, l’imputata, rappresentata dall’avvocato Andrea Rossato nel giudizio con rito abbreviato a lei instaurato, non avrebbe posto in essere condotte penalmente rilevanti in quanto l’operaia, non costituitasi a processo quale parte civile stante la concessione del rito alternativo, ebbe a lamentarsi con il proprio medico curante esclusivamente dei comportamenti posti in essere da Dante Spagnoli, indicati come causa del suo malessere. In nessun passaggio infatti, stando agli atti, la denunziante avrebbe lamentato comportamenti vessatori da parte di Isabel Garofalo o di altre persone in genere. Infine, era stato dimostrato come la persona offesa fosse stata riconosciuta affetta da ipersuscettibità individuale con pregresso status ansioso-depressivo e già manifestatosi in anni antecedenti ai fatti oggetto di denuncia. A suo carico invece il pubblico ministero in requisitoria aveva avanzato una richiesta di condanna pari a due anni di reclusione.