Mantova, exploit delle navette: addio auto in centro

Nuovo sistema di sosta fuori città

MANTOVA – L’indirizzo della giunta Palazzi è già chiaro sin d’ora, prima ancora che il piano della mobilità sostenibile (Pums) venga approvato in via definitiva: la città dovrà essere accessibile e fruibile principalmente per i residenti, mentre tutti gli altri dovranno farsi piacere i parcheggi a rotazione extra muros, o comunque periferici. E il segnale incoraggiante per l’assessore alla viabilità Iacopo Rebecchi arriva dai dati raccolti dal bus navetta Apam (quelli dell’Aster sono ancora in fase di elaborazione) che nei giorni delle festività natalizie hanno addirittura raddoppiato le utenze dello scorso anno. Nel tragitto da piazzale Montelungo (area Palazzo Te) al centro, si va da un minimo di 282 persone trasportate nel giorno di Natale, a un massimo record di 741 nella Vigilia (domenica 23 dicembre). Negli altri giorni le cifre oscillano dalle 356 alle 600 unità.
Incoraggianti anche le cifre del trasporto di capodanno dal piazzale del Boma a piazza Sordello la sera del veglione: 1.681 coloro che hanno fruito della navetta, mentre 1.500 quelli che hanno utilizzato il mezzo pubblico dal parcheggio del Te. «Un risultato – spiega Rebecchi – che si deve anche al potenziamento del servizio, che abbiamo esteso in tutta la settimana natalizia dal 20 al 26 dicembre raddoppiando le corse, e la sera dei fuochi e del concerto anche sino alle 3 di notte».
Il consuntivo parla insomma di 3.229 fruitori delle sole navette Apam. Cifra al netto di quelle provenienti dal campo Canoa. Numeri che autorizzano a sostenere la politica del Comune «nonostante quanto chiesto dalle opposizioni – aggiunge l’assessore –, che avrebbero voluto parcheggi gratis per le feste. Abbiamo registrato tutti i parcheggi pieni, anche quelli a pagamento. I parcheggi sono in “over booking”, persino quelli con tariffa massima. Ciò significa che la gente viene anche se deve pagare; la gratuità della sosta non farebbe altro che ridurre la rotazione a danno dei residenti», conclude Rebecchi.