Povera Mantova: servono più posti al dormitorio e nelle case Aler

MANTOVA È lotta alla povertà. Un postulato, questo, che si esplicita anche nelle pianificazioni ministeriali allegate al piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che interessa anche gli enti locali. E Mantova si sta predisponendo per affrontare un quadro che ha ben poco di utile per esprimere ottimismo.
In una recentissima delibera della giunta di via Roma si profila un quadro allarmante per via dei numeri che nel prossimo triennio interesseranno la nostra stessa città. Il comparto dei servizi sociali ha già stilato un piano della emergenza abitativa che riguarderà 60 nuclei familiari da insediare negli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp). Come se non bastasse, è previsto dalla pianificazione del Comune che la stessa struttura del dormitorio pubblico di viale Ariosto aumenti la propria capienza e capacità ricettiva, entro il triennio, sino a 300 posti. Quasi una decuplicazone rispetto agli attuali standard.
Nel dettaglio, il piano predisposto e approvato dalla giunta di Mattia Palazzi, su istanza dell’assessore alla partita Andrea Caprini, contempla la «Riqualificazione di alloggi di proprietà comunale situati in via Paride Suzzara Verdi n. 11 (in struttura confiscata alle mafie) e in via Dario Tassoni n. 12, per destinarli ad alloggi comunitari per persone in condizione di povertà estrema e senza dimora, con accompagnamento sociale». Complessivamente un’operazione che richiede 710mila euro (sempre fondi provenienti dal Pnrr), da ripartirsi in un investimento comunale di mezzo milione, cui si andrebbero a sommare altri 210mila euro per le normali spese di gestione – sempre su base triennale.
Un investimento maggiore, e sul versante sociale assai preoccupante, è quello che tocca ai senza tetto, o comunque persone senza fissa dimora, verso le quali l’amministrazione sta mettendo le mani avanti con una previsione di 300 ospiti nel dormitorio di via Ariosto, che dovrà avere capacità ricettiva nel prossimo triennio per 300 persone. Si parla sulla carta di 1 milione e 90mila euro per la costituzione di drop-in e per l’implementazione di posti di prima accoglienza come centro servizi per il contrasto alla povertà
presso il dormitorio pubblico cittadino di via Ludovico Ariosto 1, di proprietà di Aspef, che attualmente lo gestisce.
E proprio alle proprie controllate Aster e Aspef il Comune affida i progetti gestionali di housing temporaneo e di servizi alla persona per l’imminente emergenza.