Regali per gli appalti, slitta la decisione sul rinvio a giudizio di tre primari

MANTOVA È slittata a fine novembre la decisione del gup di Cremona circa il rinvio a giudizio di sette persone e una società, finite nel mirino della procura per le ipotesi di corruzione e turbativa d’asta. A far propendere il giudice per una riserva in merito le eccezioni di competenza territoriale sollevate ieri dai difensori degli indagati, cui figurano anche Luigi Boccia, direttore della Chirurgia generale dell’ospedale di Mantova e altri due suoi colleghi: Mario Martinotti, direttore della Chirurgia generale dell’ospedale Maggiore di Cremona, e Cosimo Vincenzo Sansaloni, direttore di Chirurgia generale degli ospedali di Pavia e Vigevano. A fare da trait d’union fra questi ci sarebbe Francesco Ganino, direttore commerciale della Bbraun Spa, società con sede a Milano fornitrice di prodotti ospedalieri. Stando a quanto emerso dalle indagini, Ganino avrebbe corrotto i primari ospedalieri per ottenere importanti contratti di forniture. Gli affari più consistenti li avrebbe fatto proprio con Boccia, questo perché il primario virgiliano, sempre stando alla pubblica accusa, sarebbe stato contattato anche per il suo incarico di presidente della commissione circa una gara pubblica per la fornitura di dispositivi per la video-laparoscopia indetta da Arca, il portale per le gare pubbliche di Regione Lombardia, nel gennaio 2017. In cambio, Ganino avrebbe pagato una cena da 2.400 euro al reparto diretto da Boccia in un ristorante mantovano. Ancora il dipendente della BBraun avrebbe sponsorizzato a Boccia quasi 23mila euro di viaggi di lavoro e vacanze con la famiglia al seguito. Per questo al primario oltre al reato di corruzione viene contestato anche quello di turbativa d’asta. L’indagine era scaturita da una serie di intercettazioni relative a un’altra inchiesta per la quale è attualmente a processo Martinotti.