Sfruttamento della prostituzione, estorsione ed indebita percezione del reddito di cittadinanza: due in carcere, 3 ai domiciliari

MANTOVA Nella mattinata del 15 marzo u.s., personale della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Perugia ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e ad un decreto di sequestro preventivo, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Perugia, su richiesta della Procura della Repubblica di Perugia, nei confronti di cinque cittadini rumeni, di cui 2 destinatari della misura cautelare in carcere e 3 della misura degli arresti domiciliari, allo stato indagati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione, truffa ai danni dello Stato, nonché per indebita percezione del reddito di cittadinanza.

L’operazione – che ha interessato le province di Perugia, Roma, Milano, Pavia, Lodi, Fermo e Mantova – è stata condotta dalle Squadra Mobile di Perugia e dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, con il supporto delle unità delle Squadre Mobili e della Guardia di Finanza territorialmente competenti nonché del Reparto Prevenzione Crimine Lombardia della Polizia di Stato.
Nell’ambito di detta articolata operazione la Squadra Mobile della Questura di Mantova ha provveduto a dare ausilio all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere di un soggetto di nazionalità rumena, classe 1992, gravemente indiziato di aver partecipato alla descritta associazione, che è stato da ultimo localizzato in questo capoluogo nell’ambito delle attività più in generale finalizzate all’individuazione dei destinatari delle descritte misure.

Le attività investigative erano state avviate nel mese di agosto del 2020 dalla Squadra Mobile di Perugia a seguito della denuncia di un tentativo di estorsione, realizzato da tre rumeni, ai danni di un cittadino italiano, il quale, dopo aver incontrato una loro connazionale, all’interno di un’abitazione privata del capoluogo, si era appropriato della somma di 900 euro, rinvenuta in un borsello da donna all’uscita dello stesso appartamento. L’uomo, di lì a poco, era divenuto il bersaglio del gruppo che pretendeva – minacciandolo anche di morte – la restituzione della somma di 3.000,00 euro.

Le indagini hanno consentito di ricostruire numerosi episodi di violenza fisica e psicologica perpetrati dai componenti il sodalizio criminale nei confronti delle donne, episodi che, per lo più, si verificavano allorquando queste ultime si rifiutavano di lavorare o ricavavano dalla loro attività somme giudicate insufficienti. Il guadano ottenuto dallo sfruttamento delle donne è risultato molto significativo – nell’ordine di migliaia di euro al giorno – ed è stato sistematicamente incamerato dai componenti il sodalizio.
Sono destinatari del medesimo provvedimento restrittivo altri sei cittadini rumeni, attualmente irreperibili sul territorio nazionale, le cui ricerche saranno estese anche all’estero, mediante le previste procedure di legge.

Nel medesimo contesto investigativo il G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Perugia ha svolto, parallelamente, su delega della Procura, specifici accertamenti patrimoniali nei confronti dei soggetti facenti parte dell’individuato sodalizio, che palesavano una elevata disponibilità economica a fronte dell’assenza di fonti reddituali ufficiali.

Infatti, i predetti risultavano avere la disponibilità di numerose auto di lusso (Porsche, Mercedes, Audi e Bmw) nonché di immobili e terreni in Romania, come accertato mediante i canali di cooperazione internazionale, sebbene avessero avuto, fra l’altro, accesso al beneficio del reddito di cittadinanza. Nello specifico, in pochi mesi avevano già ottenuto indebitamente oltre 22 mila euro, somma che sarebbe ulteriormente lievitata senza la tempestiva comunicazione all’I.N.P.S.

All’esito delle indagini patrimoniali, il Gip ha disposto il sequestro, anche nella forma per equivalente, dei beni nella disponibilità degli indagati, al fine di ripristinare il danno procurato alle casse erariali nonché di 8 autoveicoli, per un valore di 256.000,00 €, da ritenersi il frutto dell’attività di sfruttamento della prostituzione.