Sottopassi, Rfi: si possono fare e Palazzi è in cerca di 30 milioni

MANTOVA – Il progetto embrionale c’è. Lo studio di fattibilità per la realizzazione di due sottopassi a Porta Cerese e a Gambarara, affidato da Rete ferrovie italiane (Rfi) a uno studio specializzato nel settore sarebbe ormai nelle mani del sindaco  Mattia Palazzi. Quantomeno quello rielativo al bypass della cintura ferroviaria a sud della città, sotto la linea Mantova-Monselice. Per quello sulla direttrice bresciana invece c’è ancora un po’ da attendere, ma non moltissimo, secondo le previsioni di via Roma.
Dunque, tutto risolto? Non proprio. E sebbene lo stesso sindaco manifesti ottimismo per la riuscita dell’impresa, viste le buone premesse dell’accordo stilato con Rfi lo scorso anno, permane il punto interrogativo sui finanziamenti, che risultano piuttosto onerosi. Per Porta Cerese, la quota di costi a carico dell’ente locale assomma a 20 milioni di euro, mentre per il passante di Cittadella 10. Cifre consistenti, ma che per il primo cittadino rimandono oggetto di contrattazione con il governo. Solo un’intesa a livello romano potrebbe infatti portare quel carico di risorse.
«Ci stiamo muovendo in varie direzioni», puntualizza Palazzi. Ma è già comunque un dato positivo che gli studi abbiano assicurato che l’impresa, quantunque onerosa, è comunque fattibile. Il problema dei sottoservizi? E dei livelli? E delle strade che convergono sulle rampe (a Porta Cerese dovrebbero partire quasi da corso Garibaldi)? «I tecnici dicono che si può fare. Il problema sono le risorse».