Tagli al Comune per 1,75 milioni in cinque anni

MANTOVA Essere virtuosi non paga. Lo sta lamentando il Comune di Mantova che, con grande sforzo ha presentato progetti utili ad accaparrarsi 55 milioni di fondi europei messi a disposizione dal Piano di ripresa e resilienza (Pnrr); eppure proprio quella virtuosità si sta rivelando un boomerang grazie alla manovra del governo che impone una spending review di montiana memoria proprio per i Comuni che hanno ricevuto tanto dai fondi Ue.
Insomma, per Mantova si prospettano minori trasferimenti dallo Stato per i prossimi 5 anni. Quanti soldi in meno? «Secondo una stima approssimativa fatta dai funzionari, circa 350mila euro in meno all’anno, sui circa 6 milioni che riceviamo», calcola l’assessore al bilancio e vicesindaco Giovanni Buvoli. Che non può fare a meno di lamentare il controsenso della manovra romana: «Avevamo tempi strettissimi per le progettazioni, e come Comune siamo stati efficientissimi, non abbiamo perso un euro di fondi, portando a Mantova circa 55 milioni dal Pnrr. Adesso – prosegue il vicesindaco – questi provvedimenti andranno a ripercuotersi sulla spesa corrente. Che senso ha? Faccio un esempio: col Pnrr siamo riusciti a costruire una scuola, ma con la spending review ci tagliano i fondi per pagare le insegnanti e le altre spese. È una follia, un controsenso che non trova giustificazione», conclude Buvoli.
Va nella stessa direzione il commento e il dispetto del sindaco Mattia Palazzi, che vede penalizzato il Comune proprio in ragione della sua stessa efficienza: «Tagliare la spesa corrente dei Comuni significa obbligarli ad aumentare le tasse e tariffe locali. Tali manovre del governo finiscono infatti con lo scaricarsi sui Comuni. Semmai, invece di tagliare le spese sugli enti locali – conclude il primo cittadino – evitino di fare il ponte sullo Stretto, che è un’opera costosissima, invece di costringere i Comuni a tagliare i servizi per i cittadini».