Violenza di genere e codice rosso: primo arresto a Mantova

MANTOVA Maltrattamenti in famiglia e stalking nei confronti dell’ex moglie; queste le accuse che hanno portato in carcere un 35enne albanese. A monte di questi due reati anche una serie di indizi che hanno di fatto innescato la procedura d’arresto per il cosiddetto “codice rosso”, la legge 69 del 2019 entrata in vigore lo scorso 8 agosto e che modifica la disciplina penale riguardo a maltrattamenti, stalking, violenza sessuale e i reati di genere. Si tratta di uno dei primi casi se non il primo di arresto per codice rosso nel Mantovano. Le manette sono scattate nella serata di venerdì scorso per  T.C., un 35enne di nazionalità albanese residente in un comune del Basso Mantovano. A operare sono stati i carabinieri della Compagnia di Gonzaga che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Mantova che ha accolto la richiesta del Pm nei confronti dell straniero. Secondo quanto emerso dalle indagini, il 35enne non si rassegnava al fatto che la moglie lo avesse lasciato. La donna aveva infatti deciso di separarsi da lui stanca di una lunga serie di aggressioni e maltrattamenti in ambito famigliare. Lui allora aveva cominciato a piazzarsi davanti a casa e a seguirla quando usciva oltre a telefonarle e inviarle messaggi. Alcuni di questi messaggi, tra l’altro, avrebbero avuto toni particolarmente minacciosi. Quanto raccolto dai militari è stato giudicato sufficiente dal magistrato che ne coordina le indagini per chiedere l’arresto in carcere del 35enne sulla base delle disposizioni della legge entrata in vigore un mese fa. Tra le peculiarità di questa legge c’è tra l’altro quella di una maggior rapidità a livello procedurale riguardo l’adozione di eventuali provvedimenti di protezione delle vittime. Sempre in base a quanto stabilito dalla nuova legge, l’organo di P.G. che acquisisce la notizia di reato, deve riferirne immediatamente al Pm anche in forma orale. Dal canto suo in casi di violenza sessuale e maltrattamenti, il Pm è tenuto a sentire la vittima o chi ha fatto la denuncia entro tre giorni dalla notizia di reato, salvo proroghe per circostanze peculiari.