Violenza sessuale sulla barista, 25enne stangato: 4 anni e 8 mesi

MANTOVA Aveva approfittato di un momento di calma nonché dell’assenza di altri avventori per fiondarsi sulla propria vittima, molestandola prima a parole e poi con sfregamenti e palpeggiamenti vari. In manette, lo scorso 28 settembre, era così finito F.S., un 25enne cittadino marocchino, accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di una barista quarantenne, assalita mentre stava finendo il proprio di turno di lavoro in un locale alla periferia del capoluogo virgiliano.
L’episodio in questione era occorso all’orario di chiusura, quando nell’esercizio commerciale non c’era ormai più nessuno: la donna si era ritrovata nel bar da sola con il giovane, che ne aveva approfittato per rivolgerle prima molestie verbali e poi per toccarle le parti intime e prodursi in sfregamenti indesiderati. La vittima, spaventata, aveva reagito d’impeto cercando dapprima di fuggire all’esterno e poi, essendo stata bloccata dal proprio aggressore, mettendosi a urlare a squarciagola.
Le sue grida disperate, fortunatamente, erano state sentite da un residente del quartiere che passava lì davanti. L’uomo, intuendo cosa stesse accadendo, aveva quindi agito immediatamente chiamando il 112 con i carabinieri di via Chiassi arrivati sul posto in una manciata di minuti: il loro intervento aveva evitato che la violenza potesse continuare. Il responsabile, colto sul fatto, era stato subito immobilizzato e portato nella caserma del comando provinciale dell’Arma. I militari, dopo aver ricostruito gli eventi, lo avevano dichiarato in stato d’arresto e accompagnato nella casa circondariale di via Poma, dov’è tuttora detenuto. Della vicenda era stata informata la Procura, che aveva chiesto al giudice per le indagini preliminari la convalida dell’arresto e la misura cautelare in carcere. Una vicenda approdata infine in tribunale con l’accusato, difeso dall’avvocato Giannicola Cerini, comparso ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare Antonio Serra Cassano. Seduta conclusasi quindi con la condanna dell’imputato a 4 anni e 8 mesi di reclusione con rito abbreviato, a fronte dei circa 8 anni chiesti in requisitoria dal pubblico ministero Alessia Silimbani. A suo carico il gup ha altresì disposto decreto di espulsione una volta espiata la pena.