Zolezzi: qualche scatoletta di tonno l’ho aperta

MANTOVA –  Fedele allo statuto pentastellato, l’on. Alberto Zolezzi lascia al secondo mandato l’impegno istituzionale. Non quello politico verso il M5S, che anzi continuerà a livello territoriale. Ma ora è venuto il tempo dei bilanci.
Onorevole, lei è fedele alla linea dei due mandati. Non ne avrebbe voluto un terzo in cuor suo?
«Due mandati vanno benissimo, sono stati un grande onore, ho portato le istanze di un territorio ferito acquisite anche tramite la mia professione; territorio e professione sono cambiati in 10 anni e ora ci vogliono persone aggiornate in prima persona in Parlamento; proponiamo per la prossima legislatura di imporre a tutti il limite di due mandati; una discussione potrebbe essere aperta per un terzo mandato in ascesa in un contesto diverso vedi il Parlamento europeo».
I suoi due mandati cosa le hanno lasciato?
«486mila tonnellate equivalenti di petrolio risparmiate grazie al superbonus in un contesto di crisi energetica sono preziose e mi riportano alla mia prima risoluzione in Commissione ambiente nel maggio 2013 in cui chiedevamo la defiscalizzazione al 65% ottenuta un mese dopo grazie alla mediazione di accettare un testo unico in commissione; mi riportano agli studi e alle lotte per ridurre l’inquinamento sul territorio e dare occupazione verde. Beh ci siamo riusciti».
Qual è stata l’operazione in cui si è sentito più impegnato per il suo territorio di elezione?
«Sono oltre 1000 i cantieri del superbonus sul territorio provinciale con 4mila addetti; gli investimenti verdi vanno accompagnati dal lavoro così si autoalimentano; la lotta contro l’inceneritore della cartiera a Mantova mi ha impegnato molto ma ha avuto successo grazie alla rete con comitati, esperti e il ministro Costa e grazie al fatto che i posti di lavoro veri sono purtroppo decine di volte meno di quanto promesso».
Molti si aspettavano una rivoluzione anti-sistema dal M5S, ma pare che la “scatoletta di tonno”sia rimasta chiusa. Lei cosa pensa?
«Cito alcuni dati: la Camera ha prodotto 180 tonnellate di rifiuti nel 2021 (erano 780 l’anno prima che entrassimo nel 2013); la Camera spendeva 70 milioni all’anno di affitto per palazzo Marini non di proprietà, noi abbiamo scoperto che una parte di palazzo Valdina Capiluppi (appartenuto a un mantovano nel ‘500) era di proprietà e ora gli uffici dei parlamentari sono lì. Le spese generali sono scese di 100 milioni all’anno e scenderanno grazie al taglio dei parlamentari che abbiamo realizzato mentre gli altri ne parlavano solo… Un bel po’ di tonno è stato condiviso».
Tra i due governi Conte, quale ha preferito?
«Nel primo c’era un patto scritto e ho partecipato alla stesura di alcuni aspetti tecnici. Il secondo ha visto qualche peccato originale e ostruzionismo iniziale che hanno poi determinato problemi programmatici dovuti alla mancanza di un programma chiaro, ma in generale abbiamo approvato provvedimenti rivoluzionari come il reddito di cittadinanza che va a oltre 8mila mantovani, e la legge spazzacorrotti che consente di sapere per esempio chi finanzia la politica».
Cosa non ha funzionato nel governo Draghi?
«Anche qui un programma non chiaro e l’assenza di volontà di aiutare i cittadini e le piccole imprese, tecnici incapaci che hanno boicottato il superbonus, per concludersi con la chiara imboscata contro il reddito di cittadinanza nel decreto aiuti e con l’inceneritore a Roma che ha emissioni serra doppie rispetto a quelle del mix energetico italiano in tempi di crisi climatica e siccità. Draghi non aveva più voglia dai tempi del Quirinale di restare premier; la guerra ha ritardato i suoi propositi. Era comunque inutile tenere in piedi un governo che ha destinato solo 6 euro al mese alle classi medie: in un anno ci si compra un’agenda di pelle, e sara’ quella “l’agenda Draghi”».
Adesso immaginiamo tornerà a fare il medico. Ma continuerà il suo impegno nel movimento?
«Sto cercando di capire cosa fare da grande: è nato grazie ai nostri spunti il sistema nazionale ambiente e salute e sono argomenti di cui vorrei continuare ad occuparmi. Di sicuro aiuterò in campagna elettorale i candidati e il presidente Conte, e resterò attivista M5S. Voglio ringraziare tutti i giornalisti che hanno dato voce al nostro lavoro, la missione della commissione ecomafie ha consentito di pubblicare il report Arpa secretato fino ad allora, e non si sapeva lo stato del polo chimico. Grazie anche a quella relazione è partita l’indagine della Procura, ancora in corso».