Mantova «Io preferisco parlare in piedi, alzata, al timone come fossi in barca! Quest’estate ero in vacanza sul Trasimeno ed ero al timone quindi anche qui preferisco stare in piedi». Esordisce così l’algerina Annie Cohen-Solal vulcanica storica, sociologa e curatrice di mostre che ha dedicato la propria produzione letteraria a grandi artisti che hanno affrontato l’esilio. A Piazza Castello per l’incontro dal titolo “Picasso esule” è arrivata nelle vesti di autrice del libro “Picasso. Una vita da straniero”, realizzato grazie a numerose fonti d’archivio finora inedite. Nel libro Cohen-Solal offre un’interpretazione accattivante e originale del creatore di Guernica, mettendone in luce la storia privata e artistica. Il testo, Premio Femina Essai 2021 e definito dalla critica “rivoluzionario” intreccia due mondi solo teoricamente separati: la storia della critica dell’arte e gli studi sociologici sull’immigrazione; questi due temi vengono uniti in un giallo intorno a Picasso. “Lo scandalo che vede il maggiore artista del Novecento marchiato perché straniero”, scrive l’autrice “non rimanda forse agli attuali rigurgiti d’ordinaria xenofobia?”. Il testo segue le orme di Picasso sotto forma di giallo, per cui inizia in un commissariato alla periferia di Parigi, dove ha avuto inizio anche la ricerca dell’autrice, curatrice delle mostre “Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza” con 50 opere di Picasso in dialogo con Giulio Romano inaugurata ieri e “Picasso lo straniero” che aprirà a Milano a Palazzo Reale. Oltre a Michele Fusilli della casa editrice Marsilio, c’era lo scrittore Niccolò Ammaniti (arrivato in ritardo), che ha dichiarato di essere venuto solo per «Annie, non esco mai di casa e infatti sono nervoso!». Ammaniti ha raccontato il loro primo incontro casuale in treno da cui è scaturita prima un’amicizia e poi il testo introduttivo in cui Ammaniti racconta la curiosa storia del tuffo che Picasso fece a Positano.