Marco Rizzi magistrale interprete di Bach

MANTOVA Bach sontuoso e avvincente, venerdì sera alla Madonna della Vittoria, grazie alla magistrale prova di cui è stato protagonista Marco Rizzi per la rassegna DiciottoeTrenta della decima edizione di MantovaMusica. L’appuntamento, inserito nel ciclo dedicato alle composizioni degli anni tra il 1717 e il 1723 in cui J. S. Bach (1685-1750) fu attivo alla corte di Anhalt Köten, ha offerto un privilegiato approccio all’arte bachiana per violino solo, riconosciuto apice del repertorio per lo strumento ed esemplare manifestazione del suo utilizzo contrappuntistico, in chiave polifonica. In programma, due opere eccelse, la Sonata n. 2 in la min. per violino, BWV 1003 e la Partita n. 3 in mi magg. BWV 1006, che si sono rivelate materiale aureo nelle mani di Marco Rizzi, confermatosi anche in questa occasione strumentista straordinariamente dotato sotto il profilo tecnico e interprete sensibilissimo. Mirabile la sua capacità di combinare il rigore esecutivo con una raffinata libertà di azione e già l’impatto iniziale del concerto, con il tono assorto e severo della Sonata, ha indirizzato la performance in un clima di intensa emotività, sottolineata dal bellissimo suono, sia nei toni caldi che in quelli maggiormente incisivi, del suo violino P. Guarneri ”Baron Knoop” del 1743. La straordinaria complessità contrappuntistica della partitura, di cui la Fuga della Sonata e i tratti virtuosistici a cui approda la Partita sono esempi eclatanti, nell’esecuzione di Marco Rizzi non rischia mai di apparire come estrema forma di tecnicismo. A prevalere e rendersi comprensibile è la pura forma espressiva di cui Rizzi offre una visione chiara e coinvolgente grazie alla fluida scorrevolezza degli sviluppi e l’avveduto gioco di sfumature con cui sa esprimere la fervida creatività di Bach. Un’opportunità di ascolto di grande pregio, per il pubblico che gremiva la sala, con l’accostamento di due forme, la Sonata e la Partita, che rappresentano due mondi sonori diversi ma perfettamente rappresentativi della genialità bachiana, come ha precisato Marco Pedrazzi nel corso della sua apprezzata introduzione al concerto. La prolungata serie di applausi e l’entusiastica approvazione finale sintetizzano il successo dell’evento, impreziosito ulteriormente da Marco Rizzi con un ampio fuoriprogramma.
Dalla Partita n. 1 in si min. BWV 1002, con il Tempo di borea, la Sarabanda e Double, un perfetto commiato tra i meritati elogi.