Mozart a Mantova: tappa importante della sua trasformazione da bambino prodigio a geniale artista

MANTOVA  Concerti, successi, onorificenze, relazioni e guadagni, ma anche fatica, malanni, imprevisti e obblighi hanno caratterizzato il primo viaggio in Italia del quasi quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart, sotto la vigile scorta del padre Leopold. Anche la tappa mantovana, tra il 10 e il 20 gennaio 1770, fece registrare, assieme a un’affermazione storica al Teatro Bibiena per le sue doti di bambino prodigio, anche l’amarezza di vedersi sbattere una porta in faccia. Fu il principe Michele di Thurn und Taxis, chiuso nella sua abitazione che oggi conosciamo come Palazzo Soardi, a negarsi alla visita dei Mozart ed è proprio in quel luogo che 250 anni dopo, ieri pomeriggio di fronte al foltissimo pubblico riunito nella Sala degli Stemmi, il musicologo Sandro Cappelletto e il poliedrico musicista Claudio Astronio hanno ricostruito le tracce indelebili di quel peregrinare, sicuramente gravoso per il fragile fisico di Amadeus, che lo mise in contatto con tutti i grandi musicisti italiani, accolto dalle corti più importanti della penisola, e fu determinante per la sua formazione. Una metamorfosi totale, come ha abilmente raccontato Sandro Cappelletto e arricchito con esempi al clavicembalo Claudio Astronio, maturata grazie all’incontro con il lirismo italiano e anche con i massimi esponenti dell’illuminismo, che sicuramente ha indirizzato le successive scelte esistenziali di Amadeus verso la carriera di totale autonomia. Delle prodigiose doti del giovanissimo Mozart è autentica testimonianza il programma del concerto di cui fu protagonista il 16 gennaio 1770 al Bibiena. In quello stesso teatro che stupì il “giovinetto” Mozart per bellezza e che lo accolse con entusiasmo, giovedì sera Sandro Cappelletto e Claudio Astronio, con l’Orchestra da Camera di Mantova, riproporranno l’incredibile complessità delle prove a cui furono sottoposte le sue prodigiose doti musicali. Un appuntamento assolutamente da non perdere. (gmp)