VOLTA MANTOVANA La settecentesca chiesa di Castelgrimaldo, frazione di Volta Mantovana, affrescata ai primi del Novecento dal pittore Alessandro Dal Prato, è ancora in “lista d’attesa” per il restauro, mentre, a distanza di un anno dai primi rilievi, le sue condizioni sembrano essersi aggravate in modo piuttosto evidente, con la cappella di San Luigi Gonzaga che sembra minacciare il crollo. Proprio per questo motivo da più parti, soprattutto nella frazione voltese, arriva l’appello affinché venga messa mano al luogo di culto. Tanto che padre Giuseppe Beffa, amministratore parrocchiale, e i parrocchiani sono alla ricerca di fondi per il restauro, per non perdere un patrimonio di storia locale.
Nel passato la chiesa di Castelgrimaldo ha conosciuto un proprio splendore, col passaggio di personaggi eminenti, tra cui un prelato di Casa Gonzaga, ricordato “a memoria sempiterna” dall’arciprete Vincenzo Rafanini, in una lapide marmorea in lingua latina (oggi in gran parte sbrecciata), sul lato sinistro rispetto all’altare maggiore. Il “cardinale di Santa Romana Chiesa” Luigi Valenti Gonzaga, fresco di nomina, il 15 settembre 1777, da Madrid giunse in Castrum Grimoaldum, “presso la dolcissima madre Francesca”, alloggiata, per un periodo di vacanza, nell’attuale palazzo Provasoli, lussuosa dimora che rimase di proprietà dei Valenti Gonzaga fino al 1812.
Del cardinale, attivo mecenate di lettere e arti, fondatore di scuole pubbliche e seminari, archivista e bibliotecario della Santa Sede, sono esaltate “benignità e sentimento religioso”, per aver celebrato senza sfarzo la messa e distribuito l’eucarestia al “popolo” locale.
Una fulminea carriera ecclesiastica attese Luigi (1725-1808), figlio del Marchese Odoardo Valenti Gonzaga, presidente del Senato di Mantova, e della Contessa Francesca Castelbarco, nipote del cardinale Silvio e, a sua volta, zio del futuro cardinale Cesare Guerrieri Gonzaga.
Dopo gli studi alla Sapienza di Roma, fu subito nominato cappellano privato di Papa Benedetto XIV (1751), poi, in rapida successione, da Papa Clemente XIII, arcivescovo di Cesarea e Nunzio Apostolico in Svizzera (1764), prima che in Spagna (1773), dove, da Papa Pio VI, ricevette la berretta cardinalizia, nel 1777. Membro delle più prestigiose congregazioni vaticane (Sant’Uffizio, Propaganda Fide, Indice e via dicendo), fu Legato pontificio in Romagna per un doppio mandato, dove si occupò del restauro della tomba dantesca, a Ravenna. Subì la prigionia nel 1798, ad opera delle truppe napoleoniche, nonostante le gravi condizioni di salute. Prima della morte, partecipò al suo ultimo conclave, per l’elezione di Papa Pio VII. La cappella di San Luigi Gonzaga, nella chiesa ravennate di Sant’Apollinare, conserva la sua semplice sepoltura.