Consultorio a rischio chiusura? Voci contrastanti sul futuro

Alcuni parlano di ridimensionamento, altri di privatizzazione

BOZZOLO A rischio il consultorio di Bozzolo? Le voci girerebbero ormai da qualche giorno tanto che anche il sindaco Giuseppe Torchio ha chiesto spiegazioni alla Regione ad all’Asst di cui si attende una risposta che, ad ora, non sarebbe ancora arrivata. Intanto sul futuro del servizio pubblico aleggia anche l’ipotesi, da confermare, di un possibile passaggio alla sanità privata.
«Sono disposto a credere nella buona fede – esordisce il sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio in merito alle voci che si stanno susseguendo sul futuro del consultorio locale -. Stiamo aspettando un comunicato dell’Asst». Risposta ufficiale che ad oggi non sarebbe ancora arrivata facendo crescere, ancora di più, la preoccupazione tra dipendenti del centro bozzolese, i cittadini e l’amministrazione comunale stessa. Ad accrescere il timore della chiusura del consultorio sono poi le mancate sostituzioni dei dipendenti (tra cui un’ostetrica) andati recentemente in pensione e quindi la carenza di personale. Aspetto, questo, che avrebbe infatti paventato anche l’ipotesi non di una chiusura del consultorio ma di un pesante ridimensionamento per permettere la turnazione del personale, come spiegato dallo stesso Torchio. Tante, dunque le ipotesi ma ancora tutte da confermare, almeno ufficialmente.
Voci, quelle sulla possibile chiusura (che potrebbe avvenire già nel prossimo mesi di giugno), che si sarebbero diffuse nell’ultimo periodo e che aprono uno scenario incerto per il futuro del servizio e non solo: «Il presupposto era di avere al Pot anche il consultorio – sottolinea, infatti, il sindaco Torchio». Un servizio la cui presenza, alla luce delle notizie degli ultimi giorni, sembrerebbe poter non essere più così certa anche se, altre voci, darebbero come possibile l’affidamento del servizio alla sanità privata: «i sindacati – prosegue Torchio – temono si vada verso una privatizzazione del servizio. I dipendenti sono preoccupati ed il servizio non può venire meno». Una grave perdita, dunque anche alla luce dell’elevata richiesta di prestazioni da parte dell’utenza: dalle donne, alle persone più in difficoltà, agli stranieri. «Attendiamo una smentita o conferma dall’Asst».