MANTOVA Ha già fatto il suo rientro in squadra nella trasferta di Orzinuovi, ma ora è pronto a tornare in campo. Lorenzo Maspero non gioca da otto mesi, dopo il brutto infortunio al ginocchio, che ora è soltanto un brutto ricordo. Con Cantù domani sarà una pedina in più a disposizione del tecnico Valli. «Il processo di riabilitazione – commenta “Lollo” – è andato benissimo. Non ci sono stati intoppi e il ginocchio non si è mai gonfiato. Meglio di così non può andare, anche se la riabilitazione è ancora in atto. Un po’ di contratture per il sovraccarico all’altra gamba, ma faccio già da tre settimane il 5 contro 5 e sono davvero felice». Anche psicologicamente Maspero si sente tranquillo. «Quando gioco non penso al ginocchio e resto collegato, connesso in campo a quello che devo fare. Avverto ancora un po’ di fastidio quando mi fermo o eseguo i tiri liberi ma è normale. E’ comunque un processo che ha bisogno di tempo e pazienza». Non ha dubbi nemmeno sulla condizione fisica. «Il fiato c’è, grazie all’allenamento e alle partitelle. Non ho paura dei contatti neanche in difesa e per domani sono pronto per giocare qualche minuto». Maspero prova a dare un giudizio sulla stagione degli Stings. «Ci sono stati degli alti e bassi e io sono tornato nel momento di più bassi che alti. Ma da fuori, senza essere protagonista in campo. Ci può stare di vivere stagioni come questa. Sono situazioni che vanno accettate e superate con la forza di guardare avanti». “Lollo” sottolinea che ritornare a giocare con Cantù, la squadra che tifava da bambino, è veramente il massimo. «Mi sono innamorato di questo sport grazie a Cantù. La prima partita di serie A che ho visto è stata Cantù-Bologna ed è bellissimo giocare contro la squadra che mi ha fatto innamorare di questo sport». Poi prova a spiegare come si presenta la sfida di domenica: «Sarà, come all’andata, una partita fisica e dovremo aiutarci in difesa con la voce e con il corpo. In attacco dovremo provare a correre di più rispetto al solito cercando di dare il massimo in una partita tosta contro la prima della classe. Ma è altrettanto vero che chiunque vorrebbe giocare un match del genere».
Sergio Martini