Calcio dilettanti – Elezioni Crl, tra i candidati volano gli stracci

Pasquali presenta la squadra e il team Tavecchio lo accusa: “Getta fango su di noi"

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Il candidato alla presidenza del Crl, Alberto Pasquali

MANTOVA Il duello tra i candidati alla presidenza del Crl si infiamma. Il bresciano  Alberto Pasquali ha ufficializzato ieri la sua squadra, nella quale, tra i candidati consiglieri, ha arruolato il mantovano  Paolo Loschi e altri quattro dei sette “dimissionari” che hanno fatto decadere il precedente Consiglio, ovvero Dario Silini, Andreino Bignotti, Giorgio Arioli e Francesco Santagostino. Non esattamente un grande segnale di “rinnovamento”. Gli altri nomi nella lista sono Domenico D’Angelo, Giovanni Monteverdi, Alessandro Origgi, Enrico Simonetti, Roberto Tarlocco, Laura Cicoria, Riccardo Stanghellini Nichetti e Roberto Marzola. Tra i delegati assembleari è confermata la presenza del presidente del Curtatone, Paolo Ferretti; gli altri sono Nicoli, Brulli, Ratti, Taini, Baldassarri, Saladini, Bandera, Lamperti, Andreoli, Buriol, Colciago, Callegari e Camero.
Ma la campagna elettorale si infiamma, dicevamo. Pasquali ha ricevuto infatti una lettera di fuoco da parte del team di  Carlo Tavecchio, firmata da tutti i candidati consiglieri con in testa la mantovana  Paola Rasori, nella quale questi minacciano di «adire le opportune vie legali qualora persistano ancora fatti gravi e lesivi dell’immagine degli stessi Consiglieri» avvenuti «durante numerose conferenze in modalità telematica in sua presenza». «La campagna elettorale – aggiungono – deve essere ricca di contenuti e non di modalità offensive tali da utilizzare mezzi e verbi non idonei a quel decantato “cambiamento” che si vorrebbe porre in atto ed al codice deontologico faro della sua professione. Tutti ci stiamo chiedendo se questo sarà il vostro modo di governare post elezioni, becero e attribuibile ad una classe dirigenziale non ancora pronta a guidare un movimento così ampio che ha bisogno di competenza e non di superficialità, nonché inadeguato alla parola “cambiamento” che impone l’utilizzo di modi differenti da tutto quello che si è visto fino ad oggi. Le società stanno aspettando i suoi programmi elettorali non la macchina del fango su tutti noi. Solo quando non si hanno contenuti si usa l’arma del continuo screditare l’avversario».