Calcio Serie C – Gerbaudo: “Mantova, dimostra che vali più di un pareggio”

Matteo Gerbaudo
Matteo Gerbaudo

MANTOVA Uno dei baluardi del Mantova è sicuramente  Matteo Gerbaudo. Lo era già la scorsa stagione. Lo è a maggior ragione adesso, con un anno d’esperienza in più, i gradi di vicecapitano e la forte fiducia della società, che gli ha prolungato il contratto fino al 2024. Con lui parliamo di questo controverso inizio di campionato dei biancorossi.
 Matteo, che Mantova è emerso da queste prime tre giornate?
«C’è rammarico perchè i punti sarebbero potuti essere di più. Però non bisogna mai distogliere lo sguardo dal nostro obiettivo, che è quello di lavorare con entusiasmo cercando di migliorare dove possiamo. E poi non scordiamoci che siamo pur sempre imbattuti. E che, seppur a piccoli passi, abbiamo sempre mosso la classifica. È importante».
 Cosa vi è mancato per avere qualche punto in più?
«In tutte e tre le partite abbiamo provato a difendere il gol di vantaggio piuttosto che cercare il raddoppio. Questo è stato l’errore. Inconsapevole, ovviamente. È su questo aspetto che dobbiamo migliorare. È essenziale comprendere che un gol non sempre può bastare».
 I tre punti che avete raccolto hanno tutti lo stesso peso?
«No, penso che quello di Salò sia un po’ più pesante degli altri, proprio per la qualità dell’avversario che affrontavamo. Il rammarico maggiore riguarda la partita col Legnago, dove la prestazione c’è stata; e quella con la Giana, perchè ci tenevamo a regalare una vittoria ai nostri tifosi».
 Domenica vi aspetta un’altra squadra di alta classifica…
«L’Albinoleffe è in questa categoria da tanti anni ed ha un organico attrezzato. Non è un caso che abbia già raccolto 7 punti. Però l’affronteremo con la voglia di portare a casa un risultato importante».
 Il Mantova non ha una tradizione favorevole con l’Albinoleffe. Batterlo è chieder troppo anche stavolta?
«Vincere non è mai facile. Però ci proveremo. Anche perchè abbiamo voglia di dimostrare, prima di tutto a noi stessi, che valiamo più di un semplice 1-1».
 Una qualità di questo Mantova?
«Ti faccio un nome e un cognome: Filippo Guccione. Facciamo tanto affidamento su di lui, per quello che ha dimostrato e per quello che dà ogni giorno. Ma questa squadra ne ha tante di qualità: dall’entusiasmo con cui lavora, ai tanti giovani che si stanno mettendo in luce, fino a Caio (De Cenco,  ndr) che la butta dentro con regolarità… Insomma, ci sono tutte le condizioni per una bella annata».
 Qual è il consiglio più frequente che dai ai giovani?
«Lavorare a testa bassa. E osservare con attenzione i più grandi. Ma sono consigli che do anche a me stesso, perchè di imparare non si smette mai…».
 Che differenza c’è tra questo Mantova e quello di Troise?
«Non voglio fare confronti. Ci sono sicuramente delle differenze: di idee, di impostazione, di esperienza. Ma c’è un comune denominatore: la disponibilità del gruppo a lavorare e a mettersi in discussione».
 Un’ultima curiosità: che effetto ti ha fatto tornare a sentire la spinta del pubblico?
«Era uno dei motivi per cui aspettavo con impazienza questa stagione. Se devo essere sincero, mi aspettavo qualche tifoso in più allo stadio. Ma sono sicuro che col tempo arriveranno. Quelli che ci sono, comunque, si fanno sentire e questo noi lo avvertiamo. Ho giocato in piazze calde come Avellino e Foggia, so quanto la spinta del pubblico possa rappresentare un valore aggiunto. Lo sarà senz’altro anche a Mantova».