Calcio Serie C – Mantova, pagelline natalizie tra ostacoli, speranze e qualche timore

MANTOVA Pagelline sotto il vischio per il Mantova. Va da sè che i voti non potranno essere altissimi, visto l’andazzo di questa prima parte di stagione. Ma lo spirito natalizio impone di essere comunque buoni, o perlomeno ottimisti. In vista di un 2022 che, come accade all’alba di ogni nuovo anno, vorrebbe essere migliore.
La classifica – Male ma non malissimo. Certo i 21 punti in 20 partite non possono rallegrare, però sono in linea con le aspettative. Che prevedevano un campionato di sofferenza e una salvezza da conquistare con le unghie e con i denti. Sono senza dubbio troppi i 12 pareggi; così come troppo poche sono le 3 vittorie. Uno squilibrio da correggere nella seconda parte di campionato. Voto: 6.
La squadra – Indebolita rispetto allo scorso anno, ha denunciato limiti non semplici da camuffare. Non ce l’ha fatta Lauro, ci sta provando Galderisi. Voto: 5.5.
Linea verde – Era uno degli input di inizio stagione: utilizzare almeno 4 giovani a partita per incassare i contributi della Lega. Solo che i baby non stanno impressionando: Darrel si è perso, Messori va a corrente alternata, Pedrini ha passato più tempo in infermeria che in campo, Paudice deve ancora prendere le misure (ma col Legnago forse si è sbloccato), Bertini è alle prese con qualche problema familiare, Piovanello cerca un exploit che non arriva. Insomma, si può dare di più. Voto: 5.5.
Marone – L’eccezione tra le quote ha il volto del 22enne portiere campano, ingaggiato a campionato iniziato come riserva di Tosi e ritrovatosi poi titolare. Smaliziato, efficace coi piedi, discreto anche tra i pali, per il suo carattere solare è già diventato una sorta di idolo tra i tifosi. Un’autentica sorpresa. Voto: 7.
Guccione – È uno dei pochi big dell’organico, oltre che il capitano. A livello realizzativo non si sta confermando sui livelli dello scorso campionato (quando comunque benficiò di tanti rigori): solo 3 reti in 19 partite finora. Per almeno un mese ha patito l’involuzione della squadra, eclissandosi a sua volta e attirandosi qualche critica anche dai tifosi. L’arrivo di Galderisi sembra aver sistemato tutto. Si spera, perchè a questo Mantova la classe di SuperPippo serve eccome. Voto: 6.
Lauro – Sbarcato in riva al Mincio con una valigia di belle speranze, non è arrivato a mangiare il panettone. Peccato: sprovveduto non lo era affatto. Forse difettava in personalità e questo, a lungo andare, può aver influito sulle motivazioni dei calciatori. Lui stesso, per primo, non è stato in grado di uscire dal vortice negativo che a un certo punto ha colpito l’ambiente. Contava sui rinforzi di gennaio, non gliene è stata concessa l’opportunità. Voto: 5.
Galderisi – Giudizio necessariamente sospeso per “mister Nanu”, il cui operato andrà valutato con maggiore obiettività alla ripresa del campionato. Le premesse fanno ben sperare e tanto basta per pensare positivo. Voto: 7.
La società – Chiara fin dall’inizio: quest’anno si punta alla salvezza, nulla di più. Qualche tifoso dev’esserselo scordato, ma è inutile stupirsi: nel calcio va così. Alla dirigenza di viale Te va dato atto di aver mantenuto una gestione oculata, senza mai fare il passo più lungo della gamba. Certo qualche mossa all’esterno non è stata compresa fino in fondo, così come altre situazioni potevano essere gestite meglio sul piano comunicativo. Voto: 6.5
Le ambizioni – L’altra faccia della medaglia riferisce una realtà incontrovertibile: ora come ora la dimensione del Mantova è la Serie C. Più in alto non si può andare, anche se nessuno lo ammette apertamente. Mancano le risorse economiche, le strutture (stadio in primis), la volontà (anche delle istituzioni). E questo è un peccato. Voto: 5.
Il centro sportivo – Mantovanello è stato spesso definito il fiore all’occhiello del club biancorosso. Lo è in parte. Perchè molto ancora si può fare per migliorarlo, arricchirlo, fino a renderlo a tutti gli effetti la “casa del Mantova”. Tempo al tempo: gli investimenti, fanno sapere da viale Te, si faranno. Voto: 6.
Il futuro – Eccolo il vero punto interrogativo che preoccupa il popolo biancorosso. Com’è noto, dal 2024 patron Setti dovrà scegliere se tenersi il Mantova o il Verona, e tutto fa credere che la prescelta non sarà l’Acm (ma nel calcio mai dare nulla per scontato…). Senza contare che (forse) già dal prossimo anno dovrebbe entrare gradualmente in atto la riforma dei campionati, con l’obiettivo di ridurre il numero di squadre professionistiche. Che ne sarà del Mantova? “Aspettiamo senza avere paura domani”, cantava Lucio Dalla. Intanto, buon Natale.