Crac Tecnostaf di Pordenone: assolto l’unico imputato mantovano

MANTOVA –  Avevano svuotato le casse di un’azienda, ma tutto è finito con un paio di condanne e per il resto è stato pronunciato il non doversi procedere per sopraggiunta prescrizione. Quanto all’unico mantovano che era finito a giudizio, è stato assolto con formula piena perché è risultato del tutto estraneo ai fatti. Si tratta di Vanni Avanzi, 61enne di San Giorgio, assolto per non aver commesso il fatto relativamente alle accuse di associazione a delinquere, bancarotta e cambiali false, su richiesta avanzata dalo stesso pubblico ministero. E’ terminato così il processo per il crac della Tecnostaf Srl, azienda di Pordenone trascinata alla bancarotta con un raggiro da 700mila euro. Dei sei imputati uno soltanto aveva patteggiato 2 anni di reclusione, mentre xhi ha affrontato il processo ha ottenuto l’assoluzione per il reato di associazione per delinquere perchè il fatto non sussiste. Per la truffa è stato dichiarato il non doversi procedere per la prescrizione. E’ stato invece confermato il reato di bancarotta fraudolenta a Giovanni Romanelli e a Massimo De Simone, condannati a 3 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno a Claudio Duz, condannato a due anni. Tecnostaf, specializzata in controcasse in legno e infissi, tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 si era ritrovata in difficoltà economiche. L’amministratore unico fu contattato da presunti consulenti aziendali che si offrirono di trovare acquirenti per le quote societarie. All’insaputa del titolare cominciarono a ordinare caldaie, climatizzatori, macchine per la pulizia industriale, gruppi elettrogeni, rame, sabbiato e perfino scale. Era merce che non c’entrava nulla con Tecnostaf. In sei mesi, secondo la ricostruzione della Finanza, avrebbero acquistato merce per 709mila euro di cui il curatore fallimentare non trovò traccia in magazzino. Era una fetta corposa del capo di imputazione, prosciugato dalla prescrizione.