Calcio Serie D – Pericolo riforma, il Mantova rischia un altro anno tra i dilettanti?

MANTOVA La bomba è stata sganciata nella tarda serata di lunedì da  Sportitalia. Ed ha spaccato in due il calcio italiano, tra favorevoli e contrari. Oggetto di discussione: il nuovo format dei campionati per la stagione 2020-21. Quella che, particolare non da poco, nemmeno si sa quando e come partirà (settembre, novembre, gennaio?). Principio cardine del nuovo format è la riduzione del numero di squadre professionistiche: dalle attuali 100 a 60. Queste 60 verrebbero così spalmate: 20 in Serie A; e 40 in una Serie B divisa in due gironi (20+20). Nella terza serie, che non è chiaro se si chiamerà C o D, troveranno posto 60 club dilettantistici. L’obiettivo di questa epocale riforma è garantire maggiore sostenibilità economica ai club, alcuni dei quali stanno andando incontro a non poche difficoltà.
Per quanto riguarda la composizione dei tornei, quello di A non subirebbe variazioni. I due gironi di B sarebbero composti dalle 20 squadre attualmente previste più altre 20 provenienti dalla C (le capolista Monza, Vicenza e Reggina più altre 17 da stabilire). La B erediterebbe anche la mutualità della C, dunque godrebbe di maggiore forza economica. Infine, dei 60 club dilettantistici della nuova terza serie, 40 scenderebbero dall’attuale C e 20 salirebbero dalla D. Per queste società da un lato sono previste agevolazioni fiscali e un drastico calo di costi; ma dall’altro verrebbe meno lo status da professionisti. Che per alcune rappresentava qualcosa di più di un obiettivo.
È il caso del Mantova. Il progetto di  Maurizio Setti solo su questo era incentrato: il ritorno del Mantova nei professionisti, con annessi vantaggi (a livello di immagine, di valorizzazione dei giocatori, di entrate ecc.). L’obiettivo è stato fallito al primo tentativo, ma la seconda sembrava quella buona. La pandemia ha bloccato il campionato, di cui si attende a giorni lo stop definitivo, eppure la promozione sembrava cosa fatta, in forza del primo posto in classifica. Ora questa paventata riforma rischia di mettere i bastoni tra le ruote al club di viale Te, che da un lato verrebbe sì ammesso alla nuova categoria, ma dall’altro resterebbe pur sempre confinato nel mondo dilettantistico. Una prospettiva simile non può ovviamente far felice la proprietà biancorossa. Anzi rischia di metterne in discussione i progetti futuri.
Va precisato che di una semplice proposta si tratta, promossa e caldeggiata da qualche presidente che avrebbe tutto l’interesse a un cambiamento simile. Ma non è passata al vaglio di nessun organo ufficiale nè tantomeno è stata sottoposta a votazione. Da alcuni è stata accolta favorevolmente, altri l’hanno più o meno esplicitamente bocciata. Una variabile non indifferente è il tempo: se la stagione cominciasse a settembre, non ce ne sarebbe molto per trovare la quadra. Viceversa, più avanti verrà dato il via e più possibilità si avranno di giungere a un accordo. Già domani, in occasione dell’Assemblea di Lega Pro, se ne potrebbe parlare. Il Consiglio Federale in programma venerdì, invece, è stato rinviato a data da destinarsi. Segno che la discussione è più che mai aperta.