Artemisia, simbolo di libertà, in scena al Teatro Bibiena

MANTOVA  La storia della pittrice Artemisia Gentileschi, in tutta la sua modernità, e forse per questo oggi così vastamente discussa, è passata in scena, al Teatro Bibiena, tra parole e note. “Heic Artemisia”, il lavoro scritto e diretto dal cantante lirico e presidente dell’Associazione culturale l’Orfeo Angelo Manzotti, si apre a Londra, durante il funerale di Orazio, padre della pittrice. E già dal prologo i rapporti tra i due sono chiari: la figlia è più talentuosa del genitore. In più è una donna indipendente. In tempi nei quali tale concetto era sostanzialmente inavvicinabile. La rabbia e il rancore di Artemisia, interpretata da Daniela Felzani, restano intatti durante il racconto della violenza subita dall’artista e del processo che ne seguì. Segnato da parole spietate, ma reali: gli scritti citati durante la rappresentazione, infatti, sono tratti dai documenti della vicenda giudiziaria. La storia si sviluppa poi con il successo di Gentileschi, la sua affermazione, la sua libertà. Dedicata dall’autore del lavoro teatrale a tutte le donne. Anzi: a tutti coloro che abbiano subito una forma di sopruso.
A sottolineare i momenti narrativi una puntuale scelta musicale, calibrata tra Purcell, Haendel, Vivaldi e altri compositori del periodo barocco, eseguite da Ensemble Vago Concerto. Per trasmettere al pubblico l’atmosfera dell’epoca, decisivi i costumi realizzati da Giampaolo Tirelli, le luci crepuscolari, l’utilizzo, tra gli strumenti, di un prezioso clavicembalo.
Interprete delle componenti cantate dell’opera, insieme a Manzotti, il soprano Cecilia Rizzetto. Il cast degli attori è invece completato da Luigi Castelli, Cesare Dossena e Jacopo Zera.
Con questo spettacolo si aggiunge un’altra figura femminile a quelle fino a oggi tratteggiate da Manzotti nei suoi testi, tutti rivolti a evidenziare la forza, la tenacia, la prorompente volontà di donne passate attraverso straordinarie vicende personali, in epoche differenti. E una nuova protagonista, della grandezza di Matilde di Canossa, potrebbe già affacciarsi all’orizzonte.
L’iniziativa, prodotta dall’Associazione Culturale l’Orfeo, è stata realizzata con il sostegno di Fondazione Bam, Fondazione Comunità Mantovana e con il patrocinio del Comune di Mantova, per l’occasione rappresentato dalla consigliera Barbara Gerola. Ilperf