Volley – C’è anche Manuela Leggeri tra le donne d’oro di Velasco: “Qui ed ora, ha funzionato”

Manuela Leggeri
Manuela Leggeri

MANTOVA Componente dello staff della nazionale azzurra di volley femminile, che alle Olimpiadi di Parigi ha conquistato una leggendaria medaglia d’oro, l’ultima della spedizione italiana, la prima in assoluto in questa disciplina, Manuela Leggeri ha contribuito allo storico successo. Ex campionessa da due anni nella Hall of Fame della pallavolo azzurra, allenatrice delle giovanili a Volta e Rivalta, Manu ha ricoperto per qualche mese, da febbraio, il ruolo di assistente allenatore, prima volta per una donna in questo ruolo. Ha risposto presente alla chiamata di Velasco che in lei ha visto il perfetto ponte tra staff tecnico e giocatrici. E dire che a quel numero sconosciuto non voleva rispondere pensando fosse un call center. Ha vestito per 326 volte la maglia azzurra (era capitano della nazionale campione del mondo nel 2002 a Berlino, vanta anche un argento e un bronzo agli Europei), l’anno scorso ha perso prematuramente il marito Loris, conosciuto proprio a Volta: «Penso che questa avventura in nazionale sia un suo regalo dall’alto». Manu ha accompagnato le azzurre fino al trionfo nella VNL, il torneo che ha garantito la qualificazione olimpica. Poi ha tifato da casa durante la cavalcata parigina.
«Lo staff allargato – spiega – non ci ha permesso di essere tutti a Parigi, ma anche vissuta da casa è stata una grandissima soddisfazione. Questo successo è frutto di un percorso straordinario di grandi donne e grandi atlete. E’ arrivato un mattoncino alla volta dopo avere vinto la VNL. Sono orgogliosa di essere stata con le ragazze nelle ultime tre settimane che hanno preceduto le Olimpiadi. Sono entrata in grande sintonia con loro, cercando di dare il mio contributo da ex giocatrice e non solo, ed è stata un’esperienza bellissima, per me e per loro».
«A Parigi – prosegue Manuela – dopo aver perso l’unico set all’esordio con la Repubblica Dominicana, la squadra è cresciuta fino a disputare una finale incredibile contro gli Usa. Nessuno metteva in dubbio il valore delle ragazze, ma era difficile immaginare un percorso di questo tipo». Abbiamo chiesto a Manu alcuni retroscena del trionfo a cinque cerchi e del lavoro con Velasco in questo percorso. «Julio ha puntato su alcuni aspetti tecnici e tattici – rivela – in particolare battuta e ricezione, il muro e il gioco al centro che la nazionale sfruttava poco. Ma era importante scuotere la squadra anche dal punto di vista del carattere. Dobbiamo tutti dire grazie alle ragazze, che si sono messe a disposizione della squadra e hanno creato un forte legame tra di loro. Julio ha da subito assegnato ad ogni giocatrice ruoli e competenze, vedi il cambio di capitano, da Sylla a Danesi, e la gestione di Egonu ed Antropova. E tutte lo hanno seguito mettendosi al servizio della squadra in modo straordinario, anche nei momenti di difficoltà come per esempio nella semifinale con la Turchia, quando erano sotto di qualche punto sia nel primo che nel terzo set. Il mantra dell’“hic et nunc”, qui ed ora, ha funzionato, pensando punto dopo punto e non all’errore o alle occasioni perse. La nazionale merita solo applausi perché tutte le ragazze sono state umili e generose nel voler migliorare individualmente e insieme». Per quanto riguarda il futuro, suo e della nazionale, «quest’anno sarò a Busnago – afferma Manuela – dove seguirò anche il settore giovanile e in particolare Under 18 e Under 16. La nazionale si godrà il meritato riposo, il prossimo obbiettivo sono i Mondiali del 2025 nelle Filippine».