Febbre del Nilo, morte sospetta. Sarebbe la 3ª vittima mantovana

MANTOVA Un nuovo presunto decesso, nel territorio virgiliano, riconducibile alla febbre del Nilo. Stando a quanto appreso, in attesa dell’ufficialità, si tratterebbe infatti di un ottantenne della Bassa ricoverato da alcune settimane, dopo aver contratto il virus a fine estate, in una struttura ospedaliera della provincia e morto l’altro ieri mattina. In merito alla sua morte verranno ora effettuati, come da prassi, i dovuti accertamenti. Le condizioni dell’anziano sarebbero infatti divenute decisamente critiche a seguito dell’infezione con il quadro clinico andato via via peggiorando col passare dei giorni. Fino a mercoledì quando è improvvisamente spirato in ospedale. Da inizio estate dunque si tratterebbe della terza vittima mantovana dovuta al West Nile dopo l’86enne di Acquanegra sul Chiese, morto lo scorso luglio, e l’80enne residente nell’Asolano, deceduto ai primi di settembre. Se anche questo terzo caso fosse dunque confermato la casistica mantovana dei decessi da febbre del Nilo rientrerebbe interamente nella fascia over 75. Il virus in provincia di Mantova ha colpito finora una quindicina di persone, più altri tre casi attualmente sotto esame da parte dei medici. Stando ai casi finora confermati e probabili, in linea con l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità nel territorio mantovano le forme neuroinvasive sono state nove: tre nella fascia 45-64 anni, una tra i 65 e i 74 anni e cinque nella fascia a oltre i 75 anni. un mese fa i casi di Febbre del Nilo registrati nel Mantovano erano dodici, con un solo decesso. Le prime segnalazioni erano state registrate nell’area dell’Asolano e ad Acquanegra, dove poi si verificò il decesso dell’86enne. Nei giorni successivi il virus arrivò a toccare anche l’Alto Mantovano, con casi a Castiglione e Monzambano, e quasi contemporaneamente il sud della provincia con un caso a Viadana e uno sospetto segnalato a Suzzara. L’Ats Val Padana tiene costantemente monitorata la situazione: registra i nuovi casi, compie screening sui familiari e segnala ai sindaci dei comuni interessati le opportune misure di prevenzione per difendersi dalle zanzare, cioè i trattamenti con idonei prodotti nei luoghi pubblici. La maggior parte delle persone che contrae la Febbre del Nilo non sviluppa sintomi. Il 20% dei contagiati manifesta una lieve forma simil-influenzale che può lasciare uno stato di debolezza e affaticamento dopo la guarigione. Ma è possibile sviluppare una forma grave – a volte mortale – con meningite ed encefalite. Il rischio aumenta negli anziani, in persone con disturbi immunitari e patologie croniche (come tumori, diabete, ipertensione, malattie renali) e nei soggetti sottoposti a trapianto. Da maggio, inizio della sorveglianza, sono stati segnalati in Italia 298 casi umani confermati da West Nile virus.