Calcio Serie D – Finocchio: “Mantova, quando il carattere fa la differenza”

Francesco Finocchio
Francesco Finocchio

Mantova Due gol e due pali nelle ultime partite; il merito di aver dato il via alla spettacolare rimonta col Mezzolara; una duttilità che lo rende uno dei tasselli più preziosi nello scacchiere del Mantova. È indubbiamente un momento d’oro per  Francesco Finocchio. Un momento che lui si sta comprensibilmente godendo, dopo un periodo non facile. «Ma l’avevo messo in preventivo – racconta – . Avendo saltato la seconda parte della scorsa stagione ed essendo venuto al Mantova a fine agosto, necessitavo di un po’ di tempo per rimettermi in forma».
 Ora come va?
«Mi sento bene. Ancor meglio dopo la vittoria col Mezzolara».
 Parliamone…
«Abbiamo dato una grande prova di carattere. Oltretutto era la prima volta che andavamo sotto nel punteggio: un ulteriore esame che abbiamo superato brillantemente. Ma non illudiamoci: ne vivremo altre di queste situazioni. L’importante è stare uniti e superarle».
 Cosa non ha funzionato nel primo tempo?
«Il gol preso dopo 40 secondi è stata una brutta botta a livello psicologico. Ci siamo innervositi. Nel secondo tempo, complici diversi fattori, abbiamo reagito».
 Quali fattori?
«Intanto ha smesso di piovere. Poi abbiamo avuto l’opportunità di attaccare nella metacampo più “pulita”. E non scordiamoci dei subentrati, che hanno dato un eccellente contributo».
 E il cambio di modulo?
«Anche quello ha influito. Però era inevitabile: dovevamo attaccare, quindi il mister ha pensato di agevolare la fase offensiva».
 Meglio il 4-3-3 o il 4-2-3-1?
«Sono due soluzioni ugualmente valide, che adotteremo in base agli avversari, ai campi o al risultato. Anzi, considerando la difesa a 5 nel finale, di soluzioni valide ne abbiamo tre».
 Cos’hai pensato dopo il secondo palo?
«Ti sembrerà strano ma è lì che ho capito che potevamo ribaltarla e vincere. Dopo due legni mi sono detto: la prossima deve entrare!».
 E infatti è entrata…
«Volevo tentare la conclusione al volo ma un difensore l’ha spizzata, così ho preferito stopparla e girarmi».
 È già il secondo gol che segni. Vuoi raggiungere Scotto?
«No, non potrei mai  (ride, ndr). Però mi fa piacere concretizzare. Anzi era uno dei miei obiettivi di quest’anno, visto che non ha mai segnato tanto in carriera».
 Per quanto riguarda la posizione in campo, hai preferenze?
«No, ho giocato un po’ in tutti i ruoli tra centrocampo e attacco. Dipende dal modulo, dagli avversari, dagli spazi da coprire».
 Sei alla prima esperienza in Serie D dopo una carriera tra B e C: impressioni?
«Non è una categoria così semplice. Ci sono squadre con giocatori di esperienza che possono colpire quando meno te lo aspetti. E poi tanti giovani interessanti e impazienti di mettersi in luce. Ma la più grande differenza che ho notato è che, mentre in C sono spesso gli episodi a decidere le partite, in D si tende a giocare di più».
 Sconfiniamo nel nazionale: cosa pensi del caso Balotelli in Verona-Brescia?
«Non mi è mai capitato di essere vittima di cori discriminatori. Ma penso che ogni forma di razzismo debba essere contrastata, indipendentemente che siano una, dieci o mille persone a metterla in atto».
 Quindi sei d’accordo sul “daspo” fino al 2030 inflitto dall’Hellas al proprio capo ultras?
«Pienamente. Se non si dà un segnale il problema è destinato a non essere mai risolto».
 Torniamo al Mantova: 4 punti sul Fiorenzuola sono un buon margine?
«Non sono pochi. Ma non ci devono distrarre».
 Lo scontro diretto del 17 si avvicina…
«Nella nostra testa c’è solo il Progresso, che affronteremo domenica. Vietato pensare ad altro».