MANTOVA Subito i numeri. Dicembre 2021: il Mantova chiude il girone d’andata con 18 punti (frutto di 2 vittorie e 12 pari), con 16 gol fatti e 19 subiti. Dicembre 2022: i punti sono saliti a 21 (5 vittorie e 6 pari) e i gol segnati a 23, mentre quelli subiti sono ben 30 (seconda peggior difesa del girone). In comune tra i due campionati la posizione in classifica: sia nella scorsa stagione che in questa, al giro di boa, il Mantova occupa il quartultimo posto, dunque la zona play out. Anche se il distacco dalla salvezza è più ridotto (-1 quest’anno, -2 lo scorso: comunque bazzecole), va da sè che l’obiettivo inseguito a inizio stagione al momento non è stato centrato. Come si ricorderà, in viale Te puntavano a un campionato con meno sofferenze rispetto a un anno fa. Addirittura per buona parte dell’estate si parlava di play off, salvo poi rivedere al ribasso (salvezza tranquilla) ogni ambizione.
Ovviamente c’è un intero girone di ritorno per risalire la china. Ma ora come ora, ad essere oggetto di analisi devono essere questi numeri, tutt’altro che soddisfacenti. Il Mantova ha pagato, in ordine sparso: la falsa partenza (4 sconfitte nelle prime 5 gare), il rodaggio di una squadra in gran parte nuova e di un allenatore esordiente; l’infortunio di Monachello e la scelta del suo “sostituto” (Rodriguez), forse obbligata ma rivelatasi sbagliata. Salta all’occhio il rendimento negativo con le rivali per la salvezza: il Mantova ha perso contro due delle tre squadre che la seguono in classifica (Triestina e Piacenza), ma anche con Sangiuliano e Albinoleffe che sono poco più sopra. Delle squadre che occupano la parte destra della graduatoria, Guccione e compagni hanno battuto solo Arzignano, Pergolettese e Trento. Prestigiosi, al contrario, i successi con Pordenone e Renate, e i pareggi con Feralpi e Juve, segno che la squadra dispone di un buon potenziale. Qualche volta sono mancate le idee, altre volte non ha convinto l’atteggiamento, altre ancora ha tradito qualche errore dei singoli. La sensazione, tirando le somme, è che il Mantova sia ancora una sorta di “incompiuta”. Dall’identità certamente più definita rispetto alle prime gare, ma ancora vulnerabile e imprevedibile. Il pareggio di due giorni fa a Padova conferma queste caratteristiche.
Non resta che sperare in una svolta per la seconda parte del torneo: in qualche acquisto azzeccato sul mercato di gennaio; nei progressi di qualche giocatore fin qui deludente; in una condotta più determinata, spregiudicata e concreta, specialmente negli scontri diretti. Si tratta insomma di alzare quella famosa asticella spesso evocata in estate. Per ora non si è mossa, ma c’è un intero girone per rimediare. A partire da venerdì col Sangiuliano, giusto per non perdere un’altra occasione col rischio poi di pentirsene.