MANTOVA Con nuove escussioni testimoniali è proseguito ieri, davanti al collegio dei giudici, il processo instaurato a carico di un 33enne italiano residente nel Basso Mantovano, accusato di violenza sessuale, stalking, maltrattamenti, violenza privata, violazione di domicilio, danneggiamento, lesioni ed estorsione. Ipotesi di reato queste, costategli lo scorso dicembre, l’esecuzione di un’or – dinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal Gip di via Poma su richiesta del sostituto procuratore Lucia Lombardo. Le indagini del caso, secondo quanto disciplinato dalla normativa sul cosiddetto “codice rosso” erano infatti scattate alcuni giorni prima, a seguito di un grave episodio da lui perpetrato, stando sempre al quadro accusatorio, ai danni della persona offesa, il 29 novembre 2021. Nello specifico il giovane, non accettando di essere appena stato lasciato dalla compagna, ormai esasperata da mesi di quotidiane vessazioni e violenze domestiche, l’avrebbe quindi aggredita costringendola altresì a subire un rapporto sessuale non consenziente. Una situazione per lei di perenne pericolo, quella venutasi a creare nell’ultimo periodo della loro relazione che, tra reiterati atti persecutori, soprusi e percosse, aveva portato alla fine la presunta vittima a troncare il rapporto e a denunciare il fidanzato. Per preservare la propria incolumità, su consiglio di carabinieri e procura, si era così anche decisa a trasferirsi in un luogo protetto, al riparo dall’ormai ex ragazzo il quale, di contro per vendicarsi, durante tale periodo le avrebbe pure tagliato le gomme dell’auto nonché distrutto casa. Su di lui inoltre (difeso dagli avvocati Silvia Salvato ed Emanuele Luppi) penderebbe pure un’accusa di estorsione, relativa alle minacce subite dalla donna per la restituzione di circa 4mila euro.