MANTOVA Deve scontare oltre 4 anni di reclusione per un furto perpetrato ai danni di turisti derubati nel parcheggio del centro commerciale “Grandemilia” di Modena. Si tratta di un 26enne mantovano rintracciato dai carabinieri reggiani in un campo nomadi di Guastalla, dove si nascondeva da mesi per sfuggire al carcere una volta che la condanna a suo carico è diventata esecutiva. Ma alla fine è stato trovato e portato dietro le sbarre nei giorni scorsi. La vicenda risale a pochi anni fa e vede protagonisti dei turisti inglesi arrivati in Italia per trascorrere alcuni giorni di vacanza in Toscana: usciti dall’autostrada per una sosta si erano fermati al “Grandemilia”. Terminato il pranzo, però hanno trovato una brutta sorpresa: qualcuno aveva rotto il vetro posteriore dell’auto rubando tutte le valigie che si trovavano nel portabagagli con all’interno vestiti, computer, macchine fotografiche e altri effetti personali.
Quel giorno i carabinieri erano arrivati sul posto e avevano fermato la banda trovata in possesso di varia refurtiva, poiché avevano saccheggiato anche altre auto nello stesso parcheggio. Due ladri furono arrestati. Quindi l’iter processuale con il 26enne mantovano che nel febbraio 2020 era stato riconosciuto colpevole dei reati di rapina impropria e resistenza a pubblico ufficiale e condannato dal tribunale di Modena a 4 anni e 4 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una multa pari a 1.000 euro. La condanna, confermata nel gennaio 2021 dalla Corte d’Appello di Bologna, è diventata esecutiva nel giugno dell’anno scorso avendo la Corte Suprema di Cassazione giudicato inammissibile il ricorso del condannato. Il provvedimento tuttavia non è stato eseguito non essendo il destinatario reperibile, circostanza per cui era ricercato in ambito nazionale.
Un paio di giorni fa la fine delle ricerche quando i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Guastalla, recatisi in un insediamento nomadi del paese, hanno proceduto al controllo dei presenti riscontrando la presenza anche del ragazzo che alla banca dati risultava essere ricercato. Appurati i fatti, l’uomo è stato portato in caserma dove i carabinieri, ricevuto il provvedimento dai colleghi mantovani che l’avevano in carico, vi hanno dato esecuzione arrestando il 26enne che al termine delle formalità di rito è stato condotto in carcere. Detratti i 10 giorni sofferti in regime di detenzione cautelare l’uomo deve ancora scontare 4 anni 3 mesi e 20 giorni di reclusione.