CANNETO Davvero un grande successo per lo spettacolo creato dal Convivium Musarum Ballet che, a passo di danza, nell’intimo e prezioso teatro Pagano, con straordinarie, intense…..scultoree coreografie,ideate dalla stessa insegnante e direttrice Lucrezia Lui, ha raccontato il simbolismo e le allegorie delle tre famose Cantiche Dantesche. Un ottimo risultato che ha premiato l’attesa degli spettatori che, ormai da giorni, avevano decretato il tutto esaurito sulla fiducia o sul buon esito di eventi precedenti esibizioni del Convivium Musarum Ballet in teatri prestigiosi come la Fenice di Venezia, il Castello Sforzesco,l’Excelsior per l’ inaugurazione della Mostra del Cinema, il Bibiena ed il teatro Sociale di Mantova, nonchè l’ Anfiteatro del Vittoriale, dove organizza la rassegna Danzando per la Vita, giunta alla XV^ edizione. Un compito piuttosto arduo quello di passare dal’inquietudine dell’Inferno alla catarsi finale del Paradiso che non ha intimorito gli allievi, anche più piccoli, ben preparati dall’insegnante Lisa Formis in collaborazione con Sofia Farinato e Nicol Parma che, con Giulia Destefani ha festeggiato il decimo anno. Del resto, proprio per le coreografie, la scuola ha ricevuto importanti riconoscimenti, classificandosi ai primi posti in concorsi nazionali al teatro Olimpico di Roma, dove ora porta avanti il premio dedicato a Benedetta Sinico, una compianta allieva, mancata troppo presto. Le musiche originali del compositore Filippo Lui, emozionanti e vibranti, hanno sublimato i personaggi principali: Dante, Beatrice, Virgilio, Caronte, Lucifero, Pier delle Vigne, già straordinariamente rappresentati mentre, sulle note di Canto V, malinconico e dolcissimo brano di Josè Andrès Tarifa Pardo, si percepiva lo struggimento di Paolo e Francesca. Nostalgica la dedica a Manto da parte del trovatore Sordello, interpretato da Armando Sacchi. Un grande effetto hanno avuto le scenografie di Alessia Trentin e le elaborazioni grafiche di Andrea Spontoni e Alessio Santini. I testi, gli adattamenti e la regia di Giulietta Siliprandi hanno degnamente celebrato il Sommo Poeta.
Paolo Zordan