Libro dello scandalo, l’inchiesta adesso cerca i “mandanti”

MANTOVA Nessun nome dell’autrice in copertina o in frontespizio, nessuna indicazione editoriale, nessun colophon né codice Isbn, ma ben evidenziata in ultima pagina la dicitura “Ciclostilato in proprio”. Il titolo comunque è rimasto lo stesso, e circola da mesi più o meno clandestinamente sui social network:  50 e più… sfumature di giallo – Mantova vista a 90°. È il memoriale di  Lorena Buzzago, l’ex maestra d’asilo licenziata dal Comune nel 2018, coinvolta in tangente nella vicenda giudiziaria, poi archiviata, che nel novembre del 2017 aveva visto coinvolto il sindaco  Mattia Palazzi per presunta concussione. Una vicenda finita con l’accertamento della falsificazione delle prove a suo carico, ma che evidentemente non ha accontentato chi quelle prove aveva artatamente fabbricate. Da qui la svolta.
Oltre 200 pagine di fatti e antefatti narrati con attenzione diaristica, senza risparmiare nomi e cognomi di tutte le parti in causa; nemmeno quello dell’autrice, che si proclama donna usata, gettata e ferita, oggetto di abusi sessuali da parte di vertici del potere cittadino, dove scorrono le identità di vari amministratori, ma anche di alti funzionari delle forze dell’ordine. Questo il contenuto del libro.
Nelle pagine della cronaca, oltre alle diffide all’autrice, al sequestro del libro e alle reiterate denunce (il solo sindaco ne ha indirizzate una ventina contro di lei) permane la convinzione che Lorena Buzzago agisca in sintonia con altri soggetti, taluni membri di associazioni rimaste scontentate dall’amministrazione in carica, taluni addirittura avversari politici che cercherebbero nel veicolo breve dello scandalo la migliore arma per sconfiggere Palazzi, quando si ripresenterà per la carica di sindaco.
L’inchiesta è aperta. Anche ieri Palazzi si è recato in Procura per far valere le proprie ragioni e per cercare la sponda della magistratura in una vicenda che lo vede da mesi costante oggetto di tiro al bersaglio. Nessun commento da parte sua, se non la conferma di essere stato in via Poma. Ma il proverbiale dado è tratto: stavolta il sindaco vuole andarcene fino in fondo, con tutti. E non solo con la maestra licenziata, ma con quelli che ritiene essere i veri “mandanti” di un’operazione politica, sia pure “sfumata di giallo”.