Maltrattamenti nella Rsa di Revere: il processo alla direttrice parte dopo 9 anni

MANTOVA/REVERE A un’anziana morta nel suo letto della Rsa di Revere era stata tolta la maschera dell’ossigeno alle 4.15 dalle Oss, ma il medico ne aveva constatato il decesso tre ore dopo, non senza rivolgersi direttamente alla salma dicendole: “come va oggi? siamo morti?”. È uno degli episodi riferiti ieri in aula alla prima udienza del processo che vede imputata Franca Altamura, direttrice della casa di riposo Sereni Orizzonti di Revere; processo che parte a 9 anni dalla denuncia che fece partire le indagini (il reato si prescrive in 14 anni). Un ospizio-lager da quanto era emerso dalle indagini per le quali erano finite a giudizio 15 persone. Di queste, 14 hanno affrontato il giudizio con riti alternativi, perlopiù patteggiamenti. Solo la direttrice è finita a dibattimento. Ieri sono stati sentiti i testimoni dell’accusa, a partire da una ex dipendente della Asso di Cuneo, la cooperativa che gestiva il personale, che aveva denunciato in maltrattamenti. Pur fra qualche incertezza dovuta anche agli anni passati dai fatti (che risalgono a un periodo fra il 2014 e il 2015), la donna ha comunque confermato i maltrattamenti nei confronti degli anziani ospiti. Lo stesso ha fatto uno degli investigatori, che ha descritto alcune delle scene riprese dalle telecamere piazzate nelle stanze di alcuni pazienti e in corridoio, come quella della mascherina dell’ossigeno. Un medico che ha lavorato nella Rsa per un paio di mesi ieri ha raccontato di avere fatto presente per iscritto dei gravi problemi di gestione del personale della struttura senza ricevere risposta alcuna dalla direttrice. Pieni di lividi, sporchi, nudi, relegati in un letto e coperti di insulti: così ha descritto la condizione della madre un’altra testimone sentita ieri. Vittime dei casi di maltrattamenti sarebbero stati anziani affetti da demenza senile o Alzheimer da parte di una quindicina di operatrici sanitarie dipendenti della cooperativa di Cuneo. Aspetto, questo, su cui la difesa della direttrice della struttura ha puntato ieri durante il contro esame, dove i testimoni hanno spiegato che la figura di riferimento per pazienti, famigliari e operatori era comunque Franca Altamura, cui erano stati segnalati i maltrattamenti così come all’amministrazione comunale, il tutto senza esito ha detto una delle testimoni sentita ieri. Il prossimo primo ottobre toccherà proprio all’imputata sedere di fronte al giudice per raccontare la propria versione dei fatti.