MANTOVA Allo sportello dell’ospedale senza più contanti. Così lo scorso marzo l’Asst di Mantova aveva annunciato il nuovo corso dell’Azienda “Carlo Poma” circa la progressiva dismissione dell’utilizzo di carta moneta in favore degli strumenti di pagamento elettronico, a garanzia di tracciabilità e sicurezza. Una rivoluzione tecnologica che già all’atto della sua comunicazione ufficiale non aveva mancato di registrare i primi malumori da parte degli utenti, mugugni che ora, a distanza di sette mesi, paiono però essersi acutizzati ulteriormente.
È di questi giorni infatti la raccolta firme, organizzata da un gruppo di cittadini virgiliani – oltre una settantina nello specifico i sottoscrittori della petizione popolare – indirizzata alla Direzione generale, nonché al responsabile dell’Ufficio relazioni con il pubblico, dell’Asst di Mantova, lamentando come il diniego al pagamento delle prestazioni sanitarie erogate con denaro contante abbia contribuito a creare negli stessi fruitori situazioni di disagio.
«Pur comprendendo le esigenze dell’Azienda in materia di pagamenti – si legge nella missiva – contestiamo la scelta, unica a quanto ci risulta nell’ambito della sanità lombarda, di optare obbligatoriamente e in via esclusiva per forme di pagamento elettronico delle prestazioni sanitarie. Anche la recente opzione correttiva adottata dall’Asst di consegnare un Qr code per il pagamento con moneta contante in tabaccherie e uffici postali, risulta a nostro parere disagevole, in particolar modo per persone con mobilità ridotta, anziane o in condizioni di fragilità, oltre che penalizzante per tempi e modalità che obbligano a spostarsi dalla sede di erogazione della prestazione. Un ostacolo attivo a cui va aggiunto anche il possibile mal funzionamento del Pos – come ad esempio occorso nei giorni scorsi al Cup del Poma o il 19 e 20 agosto al punto prelievi Asst di Borgo Virgilio – con conseguente impedimento all’erogazione della prestazione sanitaria e obbligo in capo agli utenti allo spostamento. Tale situazione configura altresì – proseguono i firmatari nella loro protesta – possibili fattispecie di reato riconducibili a un ente pubblico quali l’interruzione di pubblico servizio, rifiuto di atti d’ufficio e violenza privata. Ci permettiamo inoltre di richiamare nel merito l’Asst Mantova all’obbligo di accettare i pagamenti in contanti sulla scorta di quanto stabilito sia da una raccomandazione della Commissione Europea che dal nostro ordinamento giuridico.
Occorre infine menzionare come, al fine di ovviare al problema, in molte amministrazioni pubbliche vengano utilizzati sistemi di automatizzati a forma di totem al fine di permettere il pagamento anche in contanti. Ritenendo quindi violata la nostra libertà di scelta nonché il diritto all’uso di mezzi di pagamento non elettronici, chiediamo chiarimenti in merito all’Asst di Mantova, ritenendo tale scelta gravida di ripercussioni negative per tutti i cittadini che necessitano di cure e assistenza».