La speranza come cura. I vescovi alle Rems di Castiglione

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CASTIGLIONE I vescovi lombardi incontrano i pazienti e il personale delle Rems. Ieri, nella struttura di Castiglione delle Stiviere, si sono radunati i 15 vescovi della Lombardia durante un pellegrinaggio con la reliquia del preziosissimo sangue, nell’ambito del Giubileo della speranza. Un momento di confronto e scambio a cui è seguito una celebrazione liturgica, presieduta dall’arcivescovo metropolita monsignor Mario Delpini.

I vescovi lombardi – particolarmente attenti in questo anno giubilare alle case circondariali delle loro diocesi – hanno concordato di compiere un segno comune di attenzione agli “ultimi” all’insegna della speranza e hanno scelto di visitare le Rems di Castiglione sia in ragione della presenza di persone che provengono da tutta la regione sia per la particolare situazione di questi soggetti fragili che chiede attenzioni specifiche e un efficace accompagnamento per essere “alleati” della loro speranza in un futuro nuovo.

L’evento è stato aperto dai saluti dell’assessore regionale al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso e del direttore generale di Asst Anna Gerola. Successivamente il direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Andrea Pinotti ha ripercorso la storia della transizione dall’ospedale psichiatrico giudiziario alle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), mentre il direttore dalla struttura di Psichiatria Giudiziaria Alessia Cicolini ha parlato della realtà attuale: un sistema polimodulare che presenta una residenza femminile e sette residenze maschili dedicate all’accoglienza, valutazione e percorsi di cura. Attualmente sono in corso lavori per la realizzazione di tre nuove Rems. Altre tre saranno costruite nei prossimi mesi.

L’ambito di operatività prioritario è incentrato, oltre che su obblighi di sorveglianza e custodia, su modalità integrate di trattamento tipiche di una struttura a prevalente lungodegenzialità con approccio riabilitativo psichiatrico e rieducazionale. I pazienti ospitati oggi sono 145, a cui se ne aggiungono 24 in licenza esperimento: 190 gli operatori di Asst dedicati alla struttura.

L’infermiera Monica Bosio e l’oss Ferruccio Cimarosti hanno portato la loro testimonianza, parlando dell’esperienza professionale e umana maturata nella struttura. Anche due ospiti si sono raccontati, prima che fosse dato il via alla celebrazione liturgica, che ha visto la benedizione dei presenti con la reliquia del preziosissimo sangue e la consegna da parte dei vescovi alla struttura del segno giubilare della lampada, donato anche alle case circondariali lombarde. L’arcivescovo ha inoltre fatto avere a ciascuno dei presenti un rosario.
“Un momento storico, molto particolare – ha commentato il direttore generale di Asst Anna Gerola – che mette in collegamento il delicato mondo delle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza – Rems con quello esterno e ci offre anche la possibilità di ribadire il senso di appartenenza di ciascun professionista a un’unica azienda. I luoghi di cura che si aprono ai luoghi della comunità locale, con uno scambio reciproco. La valorizzazione di chi quotidianamente si spende per chi ha bisogno di cure”.
Le Rems, ha precisato l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso “sono uno degli elementi più significativi del sistema welfare regionale. Si cura anche con la speranza”.   Monsignor Mario Delpini ha commentato: “La speranza ha bisogno di una promessa, di un’attrattiva, di cui tutta la società dovrebbe farsi carico. Gli ospiti di questa struttura, per poter guarire e riabilitarsi, devono poter desiderare di tornare nella società perché vale la pena vivere”.

Il vescovo di Mantova monsignor Marco Busca ha sottolineato: “La speranza è diversa dalle aspettative, che possono essere anche un’utopia. La speranza è qualcosa di più accessibile e va organizzata costruendo alleanze che la facciano prevalere rispetto alla rassegnazione”.

Il sindaco di Castiglione delle Stiviere Enrico Volpi ha dichiarato: “Esiste una grande  collaborazione fra il territorio e questa struttura che è unica nel suo genere e su cui la Regione ha investito. Si tratta di un’eccellenza di cui tutta la cittadinanza deve essere consapevole. Serve informazione e formazione su questa realtà, che spesso non si conosce”.

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