RONCOFERRARO Mi si accusa di aver causato uno strappo istituzionale per aver nominato il signor Paolo Braganza come membro delle minoranze nel Cda della Fondazione Nuvolari disattendendo in questo modo alle norme statutarie ed alle volontà testamentarie? Nulla di più falso». Il sindaco di Roncoferraro Sergio Rossi risponde agli attacchi rilasciati ieri al nostro giornale delle minoranze consiliari, che lamentavano l’esclusione dei loro rappresentanti all’interno del nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Nuvolari, l’ente che gestisce la casa di riposo del comprensorio. E lo fa partendo dall’attacco che gli era stato mosso dal suo predecessore, Federico Baruffaldi , attuale capogruppo della lista “Futuro Comune”. «È stupefacente la morale pelosa del consigliere Baruffaldi che oggi finge di indignarsi per quello che ritiene uno “sgarbo istituzionale” quando cinque anni fa, a parti invertite, ha fatto molto peggio bocciando il nome che gli era stato indicato dalla minoranza per nominare nel cda la moglie di un consigliere di opposizione. Una scelta che sorprese un po’ tutti, ma che non diede certo vita a rimostranze da fine del mondo come quelle a cui assistiamo oggi – ribatte l’attuale primo cittadino -. In seguito, a distanza di due anni da quei fatti, la cronaca ebbe modo di registrare che quello stesso consigliere svolse un ruolo determinante nel salvare l’amministrazione Baruffaldi passando dai banchi della minoranza a quelli della maggioranza, che riuscì così a concludere il mandato». Rossi rivendica la bontà del metodo adottato per le scelte delle nomine del cda che resterà in carica per i prossimi cinque anni, rispondendo così alle critiche arrivate dai consiglieri di “Per la nostra Comunità”, i quali starebbero valutando la possibilità di procedere con un ricorso. «Esiste una regola non scritta in base alla quale il sindaco nomina un consigliere indicato dalla minoranza (nello statuto della Fondazione si dice unicamente che i membri del Cda sono nominati dal sindaco; questo e null’altro, ndr). Nelle scorse settimane ho ricevuto tre candidature, tra le quali risultava quella di Paolo Braganza, suggeritomi dal locale circolo del Partito Democratico. Fatte le dovute valutazioni, ho ritenuto giusto selezionare tra i candidati sottopostomi il nome di Braganza perché è persona che conosco, e sulla quale ripongo stima e fiducia. Sarebbe questa la mia colpa?». Infine il sindaco ha spiegato perché non corrisponde a verità l’accusa di non aver dato rappresentanza alle minoranze. «Mi chiedo e lo chiedo anche ai miei concittadini: esiste qualcuno che in coscienza possa davvero credere che il Pd, avendo espresso un candidato sindaco nell’ultima tornata elettorale (ricordo a tutti che la candidatura di Roveda è emersa in virtù della sua vittoria alle primarie dei Democratici, ndr) ed avendo fatto eleggere due consiglieri in minoranza attraverso il voto dei suoi sostenitori, non avesse il diritto di poter esprimere un nominativo per la Fondazione? La risposta sarebbe persino superflua, ma viste le recriminazioni dei consiglieri di “Per la nostra Comunità” viene da pensare che o non sono più del Pd, o comunque non sono allineati con il circolo locale. In ogni caso non credo sia compito mio occuparsi dei problemi di casa altrui».
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