Frode alimentare, dirigenti Bustaffa dal gip

MANTOVA Frode alimentare e inquinamento ambientale: con queste ipotesi di reato nel 2018 era finita nel mirino degli inquirenti la Bustaffa Emilio & figli spa. Dieci le persone poi finite a vario titolo nel registro degli indagati. Si tratta di dirigenti dell’azienda di Bagnolo San Vito, alcuni dei quali con cariche apicali anche alla Colori Freddi San Giorgio, e consulenti esterni delle due ditte. Tre i filoni d’inchiesta: frode alimentare e prodotti industriali con segni mendaci in relazione a prodotti lattiero caseari, e reati di materia ambientale, poi confluiti nel filone della corruzione, dove gli inquirenti avevano fatto riferimento al decreto legislativo 231/2001, contestato a più soggetti di Bustaffa e Colorificio Freddi nonché a liberi professionisti che agivano nell’interesse proprio e delle suddette società. In particolare al centro di questa vicenda vi sarebbe una questione riguardante un depuratore dello stabilimento Bustaffa dopo che erano stati segnalati casi di inquinamento nel canale accanto allo stesso stabilimento. Secondo l’accusa i dirigenti dell’azienda avrebbero promesso denaro ai consulenti affinché questi riuscissero ad “avvicinare e addomesticare” il responsabile e i dipendenti del Settore Rifiuti, Inquinamento Atmosferico ed Energia della Provincia di Mantova, riguardo ad autorizzazioni, controlli ed eventuali sanzioni sugli impianti di depurazione. C’è poi il capitolo delle frodi alimentari e dei prodotti industriali con segni mendaci in relazione a prodotti lattiero caseari, “per aver qualificato prodotti come biologici e che invece dalle risultanze dell’indagine svolta non lo sono, nonché di altri delitti di frodi alimentari, altresì di reati di inquinamento ambientale e violazione del testo unico ambientale, delitti contro la pubblica amministrazione tra cui il traffico di influenze illecite”, dove per influenze illecite si intende una condotta che potrebbe portare alla corruzione, che non sarebbe però mai avvenuta. Ieri mattina davanti al giudice Matteo Grimaldi la prima udienza preliminare; la richiesta di rinvio a giudizio a carico degli indagati verrà formalizzata il prossimo 10 giugno.