MANTOVA «Un aggettivo per definire il nuovo Mantova? Non saprei. Diciamo che… mi incuriosisce». Pur a cantiere ancora aperto, il ds biancorosso Emanuele Righi guarda con soddisfazione al mercato fin qui condotto, «in linea – spiega – con il budget a disposizione, tarato per l’obiettivo che ci siamo prefissati: il mantenimento della categoria». Con Righi parliamo a 360 gradi di quel che ci ha riservato e ancora ci riserverà questa anomala estate in chiave biancorossa.
Troise e i giocatori della prima squadra ci perdoneranno, ma la notizia della settimana è stata il ritorno di Graziani. Partiamo da qui, direttore?
«Volentieri. Nessuno meglio di lui può incarnare lo spirito e gli ideali di questa maglia. I giovani che lavoreranno con lui potranno attingere ai consigli e all’esperienza di un professionista che ha fatto la storia del Mantova. Gli abbiamo affidato la nostra squadra giovanile più forte: gli Allievi».
Più forte della Berretti?
«Nella Berretti impiegheremo ragazzi più giovani rispetto alle avversarie. Una scelta ponderata, per farli crescere in prospettiva futura. Per questo ci aspettiamo qualche difficoltà a livello di risultati. Viceversa, gli Allievi possono recitare un ruolo da protagonisti».
Ma Graziani farà anche altro, giusto?
«Intanto vorrei sottolineare che la scelta di affidargli gli Allievi è definitiva, nel senso che Ciccio li allenerà per tutta la stagione. Poi certo: Graziani ricoprirà anche il ruolo di osservatore, una figura che il Mantova non aveva negli ultimi anni. Ci sono tante partite da andare a vedere, tanti giocatori interessanti da visionare, in ogni categoria».
Per una bandiera che torna, un’altra che non avete confermato: Cristian Altinier…
«Questa scelta ha due sole ragioni: l’età del ragazzo e le liste bloccate. Personalmente mi dispiace molto. Sono felice che Cristian abbia trovato squadra: l’Arzignano si è assicurato un campione che in D è ancora in grado di fare la differenza».
E veniamo al nuovo Mantova. A che punto siamo?
«Ci sono 4 caselle da riempire. Abbiamo le idee chiare su dove intervenire, ma questo è un mercato fluido. Bisogna rispettare i tempi».
Quindi non vi siete dati delle scadenze?
«No. Penso non accadrà nulla nelle prossime due settimane. In ogni caso, guai a cedere alla fretta».
C’è molta attesa per l’attaccante: che identikit possiamo tracciare?
«Sarà un bravo attaccante. E con gli indizi mi fermo qui».
Com’è il mercato in C? Quali differenze rispetto alla D?
«La premessa è che in D il Mantova cercava di allestire l’organico migliore per vincere il campionato, mentre in C l’obiettivo per noi è il mantenimento della categoria. A parte questo, quello della C è un mercato più stimolante, per certi versi anche divertente. Ma anche incontrollato, come dimostrano le tante voci false che girano ogni giorno e che personalmente mi disturbano perchè prendono in giro i tifosi».
Torniamo alla squadra: come si sta amalgamando il gruppo?
«Siamo impressionati dalla voglia di lavorare che i ragazzi dimostrano ogni giorno. Detto ciò, sono tutti sotto esame. Nessuno ha il posto garantito».
C’è un giocatore sul quale ripone qualche speranza in più?
«Scommetterei… sul prossimo acquisto!».
Qual è la qualità migliore di mister Troise?
«Ne ha tante. Intanto non è “prigioniero” di alcun modulo tattico. Poi mi ha impressionato la cura del dettaglio: il mister è il primo che arriva al campo e l’ultimo ad andarsene, studia ogni minimo particolare dell’allenamento, si riguarda le sedute, corregge quel che si può migliorare. Insomma, è un perfezionista molto preparato. Penso abbia un grande futuro davanti a sè».
Ha preferenze sul girone?
«Tutti si augurano il B e posso comprenderne le ragioni. Ma quel girone è una specie di B2, che comprende almeno 8 squadre con un budget perfino superiore ad alcune di Serie B. Per questo non mi dispiacerebbe se finissimo nel girone A».
Per concludere: cosa si sente di dire ai tifosi?
«Preferisco parlare coi fatti. Mi limito a dire che negli ultimi due anni non abbiamo mai bluffato e non cominceremo a farlo adesso. C’è un obiettivo chiaro, che è il mantenimento della categoria. E con quello bisogna mettersi in sintonia, senza aspettarsi cose diverse. Di pifferai ne sono passati tanti da queste parti. Mantova merita onestà».