Lavorare da casa? Per i mantovani è un toccasana

Indagine dell'Osservatorio di Reale Mutua sul welfare

MANTOVA Per l’86% dei mantovani lavorare da casa fa bene alla salute. In ufficio, i principali fattori di rischio sono stress (35%) e postura (27%); in fabbrica, contatto con sostanze nocive (34%) e cadute e infortuni (30%) In ufficio, i principali desiderata sono postazioni ergonomiche (64%) e una polizza sanitaria (23%); in fabbrica, rispetto della normativa (75%) e check up mirati (41%). Sono questi i principali dati che emergono dall’indagine dell’Osservatorio di Reale Mutua sul rapporto tra salute e ambiente di lavoro relativamente alla nostra provincia.

Lavorare da casa, si legge nel rapporto, incide positivamente sulla salute rispetto alla normale vita da ufficio: la pensa così l’86% degli abitanti di Mantova, secondo i quali il cosiddetto smartworking – laddove applicabile – riduce lo stress (45%), dà il vantaggio di lavorare in un ambiente confortevole e su misura (27%) e, perché no, permette di convertire il tempo risparmiato dal viaggio in una migliore gestione anche del proprio benessere (14%).
È questo uno dei dati principali dell’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua sul welfare, che ha indagato la percezione dei mantovani sul rapporto tra salute e ambiente di lavoro.
L’attività lavorativa, infatti, può condizionare in vario grado la salute dei lavoratori. In ufficio, il principale fattore di rischio, a detta di oltre un abitante di Mantova su tre (35%), è lo stress, con tutti i suoi possibili effetti sul benessere fisico e mentale. Seguono la postura (27%) e la sedentarietà (23%), mentre il 16% si dice preoccupato dalle possibili conseguenze sulla vista.
In un ambiente quale la fabbrica, o comunque per chi svolge un’attività più fisica, invece, il fattore che incide maggiormente sulla salute è il contatto, o l’esposizione, a sostanze chimiche potenzialmente nocive (34%), seguito dall’eventualità di cadute e infortuni (30%) e dai pericoli connessi al sollevamento di pesi e alla movimentazione di carichi (14%).
Ma che cosa porta ad “ammalarsi” di lavoro? Per oltre un mantovano su due (55%), la prima causa è la sottovalutazione dei rischi, seguita dalle pressioni e scadenze lavorative che possono indurre a comportamenti impropri e pericolosi (34%) e dall’inadeguatezza dell’ambiente di lavoro (27%). Per un ulteriore 18%, invece, la ragione risiede nella scarsa informazione in materia di sicurezza e salute fornita dal datore.
L’azienda stessa, tuttavia, può fare la sua parte e prendersi cura della salute e del benessere dei dipendenti. I mantovani hanno le idee chiare: in ufficio, i principali desiderata sono postazioni ergonomiche (64%), la possibilità di usufruire di abbonamenti a palestre e centri fitness (25%), una polizza sanitaria (23%) e incontri con uno psicologo del lavoro (9%).
In fabbrica, invece, il datore, secondo gli intervistati, deve garantire il rispetto delle normative (75%), fornire strumenti e dispositivi di lavoro idonei ai dipendenti (73%) e mettere a disposizione check up mirati per il controllo e la prevenzione di possibili patologie (41%).