Coronavirus sociale, un supporto a 150 famiglie

MANTOVA – Una rete di azioni di carattere sociosanitario e sociale dedicata a fornire supporto concreto ad una larga parte della popolazione fragile al tempo della pandemia da Covid-19, è tra le attività che Ats della Val Padana ha messo in campo e coordinato in questo periodo di emergenza sanitaria. Sono stati infatti attivati percorsi volti ad offrire risposte ad una complessità di bisogni della popolazione già in condizioni di difficoltà e che, nel corso di questa pandemia, si sono amplificati o modificati. Nei primi giorni di marzo, Ats della Val Padana ha dato vita – con propria iniziativa – al percorso chiamato Covid Sociale, col quale ha inteso rivolgere un supporto dedicato alle persone “fragili” in isolamento domiciliare che, al momento delle inchieste epidemiologiche o della disposizione di isolamento, avevano dichiarato la necessità di supporto sociale. È stata, quindi, attivata una Task Force composta da cinque operatori sociali afferenti al Dipartimento PIPSS (Dipartimento Programmazione per l’Integrazione delle Prestazioni Sociosanitarie con quelle Sociali) che, ogni giorno ed anche più volte al giorno, contattano telefonicamente le persone “fragili” in isolamento per monitorare il corretto svolgimento della quarantena, e soprattutto per rilevare i peculiari bisogni, assicurandone il soddisfacimento attraverso l’attivazione della rete dei servizi comunali e/o del volontariato. L’attività, realizzata grazie alla collaborazione tra la direzione sociosanitaria di ATS, i Servizi Sociali dei Comuni singoli o associati e le Associazioni di Volontariato del territorio, consiste in una serie di azioni di supporto, quali la consegna al domicilio di alimenti, farmaci, abiti ed indumenti ritirati da lavanderia/stireria, il disbrigo di pratiche burocratiche urgenti e inderogabili, e in taluni casi, anche il trasporto accompagnato, assicurato da personale volontario. Dal 10 marzo la Task Force Covid Sociale ha seguito sull’intero territorio di ATS circa 150 nuclei familiari (più o meno 400 persone); si tratta di un numero significativo di situazioni a cui devono, peraltro, aggiungersi quelle in carico ai Comuni ed agli Uffici di Piano. Preme, tuttavia, evidenziare come questi numeri non riescano a rappresentare la quantità effettiva di relazioni e raccordi, ripetuti e necessari, per assicurare il monitoraggio individualizzato e personalizzato di ogni singola situazione, ed ancor meno gli aspetti qualitativi, agiti proprio all’interno della relazione operatore-persona. In questa cornice e su tali presupposti gli operatori di Ats, infatti, assicurano una relazione di ascolto che va oltre le specifiche risposte fornite ai bisogni più immediati e concreti.