Salvataggio Corneliani, Buffagni vuole vederci chiaro

MANTOVA – La ripresa del ciclo produttivo non ha smorzato lo stato di attenzione dei sindacati verso la Corneliani, il cui salvataggio non potrà dirsi compiuto prima di vedere scritto nero su bianco un piano industriale credibile, fatto forte di nuovi capitali e magari nuovi investitori.
Anche in ragione di questo venerdì verrà a Mantova per incontrarsi con le parti sociali e con i lavoratori di via Panizza il sottosegretario al ministero dello sviluppo  Stefano Buffagni. Una occasione per fare il punto sulla ripresa della produzione, ma anche un necessario passaggio per capire assieme a  Michele Orezzi della Cgil, a  Gianni Ardemagni della Cisl e alle rappresentanze sindacali interne quali potranno essere gli attuativi del decreto ministeriale che assicura i benefici del “decreto rilancio”, così come concordati il 22 luglio in Prefettura al tavolo del Mise. Un accordo che comporterà una erogazione a fondo perduto di “almeno 10 milioni”, secondo i termini della scrittura concordata, condizionata a una ricapitalizzazione dell’azienda che a oggi tuttavia non c’è stata.
La ripresa del ciclo partita ufficialmente il 3 agosto per soddisfare gli ordinativi pregressi è avvenuta grazie allo sblocco sancito dal tribunale del fondo di riserva accantonato al momento della richiesta di concordato preventivo da parte dell’azienda. Il tutto comunque in subordine all’impegno firmato dal fondo arabo, titolare della maggioranza delle quote, oltre che dalla famiglia rimasta con una quota di minoranza.
In breve, servono nuovi capitali, così come accettato dalle parti, e servono nuovi investitori. Il tutto nella prospettiva di un piano industriale che ridisegni gli assetti produttivi e le prospettive della prestigiosa maison virgiliana.
I fondi del Mise dovrebbero arrivare a fine settembre o al massimo a inizio ottobre, auspica Orezzi. In difetto del rispetto degli impegni, si aprirebbe una nuova crisi, e stavolta ancor più pericolosa della prima.