Brexit, accordo raggiunto tra Ue e Regno Unito. Cortesi: “Catastrofe scongiurata, ora occhio alle nuove regole”

MANTOVA La vigilia di Natale appena trascorsa ha portato in dono un regalo tanto atteso
da tutto il mondo agroalimentare, mantovano e non solo: l’accordo tra Unione
Europea e Regno Unito per la Brexit che, dal 1° gennaio prossimo, regolerà le
relazioni commerciali tra le due realtà. Dopo mesi di lavoro, da Bruxelles
finalmente è arrivata la fumata bianca, con l’intesa siglata dalla Commissione
Europea che, in forma ancora provvisoria, apre una nuova era nel mondo del
commercio internazionale: «Il rischio di una “no deal Brexit”, o “hard Brexit”, è
stato scongiurato – spiega Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura
Mantova – e questo è un fatto assolutamente positivo per il settore
agroalimentare. Basti pensare infatti che, senza accordo, le esportazioni Ue, e
di conseguenza anche quelle del nostro paese, sarebbero state gravate da dazi
doganali medi di circa il 20%, con punte fino al 70% per certi settori produttivi.
Un’eventualità terrificante per il nostro comparto, che fortunatamente non si
vedrà concretizzata».
Il fallimento delle trattative avrebbe comportato una grave destabilizzazione per
l’interscambio agroalimentare bilaterale, che supera i 55 miliardi di euro l’anno
a livello comunitario. Ma l’accordo è importantissimo anche per la provincia di
Mantova, che muove un buon volume di affari oltremanica. Secondo i dati forniti
dalla Camera di Commercio, il Regno Unito nel 2018 è stato il quinto mercato
d’esportazione per il settore agroalimentare mantovano, con un valore totale di
circa 35 milioni di euro. I prodotti maggiormente esportati sono quelli lattierocaseari (Grana e Parmigiano), le carni lavorate, i prodotti da forno e i vini. In
buona crescita anche l’ortofrutta. La provincia di Mantova, da sola, rappresenta
quasi il 2% del totale dell’export agroalimentare nazionale verso il Regno Unito,
che supera i 3 miliardi di euro.
Non mancano naturalmente i punti a cui prestare molta attenzione: «La
catastrofe è scongiurata – spiega Cortesi – ma ora dovremo concentrarci sui
nuovi adempimenti burocratici da rispettare. Secondo le cifre fornite da Londra,
le importazioni inglesi dalla Ue necessiteranno di circa 600.000 dichiarazioni
doganali al giorno, con costi aggiuntivi per gli operatori tra il +4% e il +10%.
Occhio anche agli altri accordi commerciali che il Regno Unito sta stringendo,
con Canada e Turchia gli ultimi in ordine di tempo, che aumenteranno di certo
la concorrenza ai nostri prodotti».