Centrodestra in un vicolo cieco: la nomination Rossi al tramonto

MANTOVA – Una cosa è cata per certa e assolutamente condivisa: il centrodestra dovrà presentarsi unito alle amministrative 2020 del capoluogo. Così si vuole colà, ossia a Milano, nelle segreterie regionali di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il resto, ossia la scelta del candidato, è tutt’altro che data per scontata. Allo stato dell’arte, il carroccio propone  Stefano Rossi, civico di area leghista, gli azzurri puntano su  Nicola Sodano e i tricolori su  Alessandro Beduschi. E per nulla scontata è l’accettazione di Rossi da parte degli altri due soggetti dell’alleanza.
Anzi, a dirla tutta, il malcontento dei partner verso la proposta leghista pone una seria ipoteca sull’intero piano, e lo dimostra il continuo differimento dell’ufficializzazione, sino al punto che si parla di rimandare il tutto a Natale. Come dire “mai”.
È noto che Fi e Fd’I concedano alla Lega di esprimere il candidato sindaco, in quanto componente numericamente più consistente. Buono anche il punto di partenza, che vede lo stesso carroccio avanzare una proposta civica. Meno buono il fatto che Rossi si sia praticamente autocandidato senza un previo confronto con gli alleati, da lui addirittura irrisi. I Fratelli d’Italia in particolare non sono facili a perdonargli di avere definito i meloniani “partitino dello zero virgola”, e oggi gli stessi faticano a chiudere una lista di candidati per la levata di scudi nei confronti del candidato sindaco che li ha snobbati. Praticamente, sono più le persone che non dànno la disponibilità a candidarsi rispetto a quelle che ci stanno.
Ma i forzisti non sono da meno. Anche per loro la candidatura di prepotenza avanzata da Rossi con l’avallo del segretario  Antonio Carra, e quello ancor più autorevole di  Matteo Salvini, non risponde ai canoni di un normale percorso politico comune. Tantopiù che Rossi esibisce nel proprio retroterra culturale e politico alcuni néi malamente spendibili in questa campagna elettorale, a partire dalle sue posizioni pro-inceneritore, viste da tutti come perdenti e penalizzanti.
Il rischio, dicono ormai entrambi i partner, è che con Rossi il sindaco uscente  Mattia Palazzi riesca nella storica impresa di vincere al primo turno, privando il centrodestra persino della consolazione di arrivare al ballottaggio.
Inevitabile il passaggio da più parti suggerito: o indire entro breve primarie di coalizione, o ritirare Rossi, cui gli stessi Sodano e Beduschi corrisponderebbero con un simmetrico passo indietro. Un aut-aut che lo stesso Rossi non sembra al momento voler prendere in considerazione, mentre proseguono i suoi incontri propagandistici serali.