Codici rossi: 166 casi da inizio anno

MANTOVA In sette mesi 166 reati, molti dei quali invisibili. Sono quelli di violenza sulle donne e per esteso i “codici rossi”, in calo rispetto allo stesso periodo del 2019 ma solo per effetto del lockdown. Stabile il numero di ammonimenti del questore per il reato di stalking (atti persecutori), mentre sono quasi dimezzati gli ammonimenti per violenza domestica. Dati, questi che però necessitano di una infralettura, visto che il periodo in cui si è registrato il calo degli ammonimenti per violenze tra le mura di casa è quello del lockdown, lo stesso che ha visto in forte aumento le liti familiari. La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che è stata celebrata ieri, riguarda a Mantova ha portato dati per alcuni versi contrastanti. Tra questi quello che più stride è relativo ai reati di genere nel Mantovano, dove nel 2020 si è consumato un omicidio stando al periodo preso in esame (gennaio-settembre), la vittima è un uomo, così come nel secondo caso di “codice rosso” dello scorso ottobre. Si tratta comunque in entrambi i casi di situazioni molto particolari che affondano le proprie radici in episodi di violenza domestica ai quali le donne in questi due casi si sarebbero ribellate trasformandosi da vittime in carnefici. Oltre a queste situazioni ci sono poi i reati che sono propriamente riferibili alla violenza di genere. nel confronto fra il periodo gennaio-settembre 2019 e 2020, si nota un calo solo per quel che riguarda gli atti persecutori, mentre restano pressoché invariati i casi di maltrattamenti in famiglia e di violenza sessuale. Una stabilità questa, che non è certo rassicurante visto che da inizio anno le violenze sessuali nel Mantovano sono state 21 contro le 18 del 2019, così come i maltrattamenti passati da 96 a 99. Il calo dei casi di stalking così come il mantenimento degli altri reati può essere spiegato con gli effetti del lockdown, che se da un lato hanno inibito atteggiamenti tipici dello stalker come il pedinamento, hanno anche finito per impedire alle vittime di violenza domestica di “evadere” per sporgere denuncia. A tale proposito dallo scorso lockdown la app YouPol, ideata per contrastare bullismo e spaccio di droga nelle scuole, è stata estesa alle segnalazioni di violenza domestica. L’app dà la possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini alla Polizia di Stato. Le segnalazioni sono automaticamente geo-referenziate, ma è possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. È inoltre possibile dall’app chiamare direttamente il 113. Tutte le segnalazioni vengono ricevute dalla Sala Operativa della Questura competente per territorio. Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di segnalare in forma anonima.