Come riscattare le case Peep con poche migliaia di euro

MANTOVA  In Italia sono oltre 3.600 i comuni interessati da Piani di edilizia economica popolare (Peep). Ieri al Bibiena l’amministrazione di Mantova ha organizzato un incontro pubblico, aperto ai proprietari di unità immobiliari situate all’interno dei Peep (circa 1200 gli alloggi interessati) per illustrare le procedure necessarie a eliminare i vincoli di commercializzazione.
Chi vorrà, versando un corrispettivo limitato tramite la procedura dedicata, potrà liberare da vincoli il proprio alloggio: venderlo, affittarlo o cederlo ai figli. E il Bibiena era pieno, platea e palchetti, a dimostrazione dell’interesse.
«Tanti di voi negli anni 60 aderirono ai Peep – introduce il vicesindaco e assessore al demanio e patrimonio, Giovanni Buvoli – nei quartieri di Formigosa, Castelletto, Borgo Angeli, Colle aperto: si offriva al cittadino l’opportunità di acquistare la casa di residenza: non essere il pieno proprietario, ma avere il diritto di superficie per una finestra temporale da 60 a 99 anni tramite versamento di una somma, con le limitazioni però di commercializzazione».
Ad oggi, alcuni immobili sono assoggettati a questi vincoli, dai quali è possibile liberarsene: con una cifra limitata, gli interessati potranno infatti diventare pieni proprietari senza che nessuno possa più vantare rivendicazioni sull’immobile.
«Come Comune – sempre Buvoli – chiediamo all’ordine dei notai di applicare le tariffe minime per queste pratiche». Il Comune precisa che non esistono obblighi di adesione alla proposta di liberalizzazione o limiti temporali per chi fosse interessato a presentare la richiesta. Coloro che intendessero in futuro alienare l’immobile potranno farlo liberamente.
«Da domani (oggi ndr) potrete telefonare agli indirizzi riportati nel portale del Comune per chiedere spiegazioni sulle procedure e sui casi specifici».
Al tavolo dei relatori, oltre al vicesindaco, erano presenti il dirigente dell’ufficio ragioneria e patrimonio Nicola Rebecchi, la consulente Clara Borsatti ed Elena Bosi, dell’ufficio del demanio comunale. (Abb)