Da Cortina a Mantova: interdittiva antimafia per 4 imprese edili. Tre i clan di riferimento nel Mantovano

MANTOVA Quattro interdittive antimafia sono state emesse dalla prefettura di Mantova durante lo scorso mese di settembre nei confronti di altrettante ditte mantovane. Oltre alla Garda Srl che lavorava in uno dei cantieri di Cortina per i mondiali di sci del 2021, altre tre società operanti nel settore edile si sono viste rigettare l’iscrizione nella white list, requisito necessario per lavorare con gli appalti pubblici. Proprio gli accertamenti che hanno portato all’estromissione della Garda srl dai cantieri di Cortina hanno permesso alla prefettura di Mantova di individuare le atre tre ditte che sono poi state a loro volta colpite dall’interdittiva antimafia. La Garda Srl di fatto non avrebbe infatti partecipato alle gare per i cantieri dei Mondiali di sci a Cortina né usufruito di subappalti, ma aveva fornito mano d’opera per i cantieri, e tra i dipendenti dell’impresa mantovana sono stati trovati diversi operai con precedenti di polizia e anche collegati con la criminalità organizzata calabrese in particolare; dipendenti che di fatto assumevano il controllo dei cantieri coordinando anche i noli a freddo forniti dalle altre società di cui i dipendenti stessi erano soci o titolari. Il Gruppo Interforze Antimafia (Gia) di Mantova, operante presso la stessa prefettur, ha anche messo in luce, attraverso l’esame delle fatturazioni, il collegamento della ditta mantovana con ulteriori società con sede in Veneto ed Emilia Romagna, sottoposte, a cascata, all’esame delle Prefetture competenti. Nello stesso tempo i controlli del Gia hanno portato a scovare oltre a questa anche altre tre società sospette o a rischio di infiltrazioni mafiose. “Tali controlli hanno evidenziato – recita una nota diffusa ieri dalla prefettura di Mantova – che tutte e quattro le società in questione risultano collegate per contiguità o per rapporti di parentela o per correlazioni con soggetti indagati per reati spia o colpiti da altri provvedimenti interdittivi, a organizzazioni mafiose principalmente orbitanti negli ambienti della ‘ndrangheta. I clan di riferimento – specifica la prefettura che però non ha voluto fornire i nomi delle altre tre società coinvolte – sono quelli dei Grande Aracri, dei Iannazzo Giampà e dei Giardino”. Le sedi delle società colpite dai provvedimenti formati dal prefetto di Mantova  Carolina Bellantoni, riguardano tutte le aree della provincia “e fanno emergere in generale – recita ancora la nota stampa della prefettura – un sistema volto alla mimetizzazione delle attività della criminalità organizzata nel nostro territorio, attività che, spesso, vedono le società operanti in altri contesti territoriali ed intestate a soggetti prestanome”. I controlli successivamente effettuati dalla prefettura di Mantova, partiti da quelli comunicati dalla prefettura di Belluno, hanno fatto emergere, in particolare, un sistema finalizzato all’utilizzo “non genuino” dell’istituto del distacco di dipendenti quale nuovo strumento per aggirare i controlli antimafia. Non a caso, secondo la prefettura, la mantovana Garda Srl non aveva alcun lavoro in appalto o subappalto a Cortina, ma aveva assunto il controllo di vari cantieri in cui aveva distaccato i propri dipendenti. In Cadore ne sono stati trovati una decina, quasi tutti calabresi tranne due siciliani.