Da Roma a Mantova grazie al video virale, la nuova vita del clochard gentile

MANTOVA Da oltre vent’anni faceva parte dell’esercito degli 8000 invisibili che, tra mille stenti, vivono e sopravvivono all’ombra del Cupolone. Ma in poco più di 24 ore, grazie al benefico contagio dei social network la sua vita è improvvisamente cambiata. Protagonista di questa favola moderna a lieto fine, è Francesco, clochard 63enne finito per strada a metà degli anni Novanta in seguito alla fine del suo matrimonio. Ora dopo il video-appello che ha innescato una gara di solidarietà in tutta Italia per lui e per il suo inseparabile amico a quattro zampe si aprono le porte di una nuova vita lontana dai marciapiedi della Capitale e che lo catapulterà fino a Mantova. Era stata Maria Teresa Napolitano, avvocato residente dalle parti di via Veneto, a notare il senzatetto innamorato del suo cagnetto mentre frugava in un secchio dell’immondizia davanti ad un ristorante, in cerca di cibo per Tommy. «Serve aiuto?» Lui le aveva risposto con un segno di assenso, fissandola in silenzio. E lei, d’istinto, aveva preso il telefonino dalla borsetta e chiamato l’amica Loredana Pronio, presidente dell’associazione FederFida da tempo impegnata nell’assistenza ai clochard con animali. Detto fatto: la sera stessa il video-appello era su Facebook e in poche ore aveva conquistato il popolo della rete. «So fare tantissime cose – aveva detto Francesco – cucinare, pulire, lavori di giardinaggio, di muratura, di idraulica. Non ho nessun vizio se non il divorare libri e l’amore grande per gli animali. Non chiedo stipendio ma solo un letto ed un pasto per me e Tommaso» Tra i tanti che hanno contattato Loredana Pronio, anche il proprietario di un maneggio di Mantova che ha offerto vitto e alloggio – cagnolino compreso, ovvio – in cambio della pulizia delle stalle e della manutenzione dell’orto e del giardino. «Sono felice, mi piace stare all’aria aperta», ha detto lui accettando subito l’offerta. «Queste persone ci insegnano tanto, dobbiamo ringraziarle», queste sono state le parole delle due «fatine» di Francesco, mentre lo accompagnavano alla stazione Termini, verso la sua nuova vita in riva al Mincio.