Diffamò il questore, Buzzago assolta per totale vizio di mente

MANTOVA Mandata assolta per totale vizio di mente. Questo quanto deciso ieri, all’esito del giudizio di secondo grado, nei confronti di Lorena Buzzago, riconosciuta al contrario colpevole, in prima istanza, del reato di diffamazione da lei perpetrato ai danni dell’ex questore di Mantova Paolo Sartori. Ribaltata dunque la sentenza, emessa esattamente un anno fa dal giudice di pace Davide Carletti, che aveva visto l’ex maestra comunale condannata a 1.000 euro di multa, oltre ad altrettanti a titolo di provvisionale in favore della persona offesa nonché al pagamento delle spese legali fissate all’epoca in altri 1.500 euro.
La vicenda, poi approdata al pari di tante altre – tutte tra loro connesse – in un’aula di tribunale, risaliva nello specifico al 21 maggio 2019 quando gli agenti della Digos entrarono nell’abitazione della donna per arrestarla con le accuse di simulazione di reato, stampa clandestina, atti persecutori e diffamazione. Un novero di ipotesi di reato queste afferenti in toto la pubblicazione e divulgazione illegale del libro scandalo “50 e più… sfumature di giallo”.
In tale circostanza Buzzago, di fronte ai poliziotti che eseguivano l’ordinanza di custodia cautelare, reagì violentemente, spintonandone uno e minacciando dapprima di suicidarsi con un coltello e quindi proferendo pesanti insulti all’indirizzo dell’allora questore Sartori, oggi a Vicenza, definendolo «corrotto e marcio». Da quella specifica offesa era quindi scaturita la relativa denuncia penale a fronte altresì, quale prova incontrovertibile dell’accaduto, del filmato girato dagli stessi agenti nel momento dell’arresto e finito tra gli elementi probatori del procedimento. Sulla base di questo il giudice di pace, accogliendo la richiesta formulata dalla pubblica accusa, aveva quindi ritenuto colpevole l’imputata, respingendo contestualmente la tesi difensiva portata a sostegno dall’avvocato Beatrice Lombardo circa la sussistenza di una temporanea incapacità di intendere e di volere dell’ex maestra in quei concitati istanti. Un verdetto però riformato completamente dal tribunale monocratico di via Poma – in veste di giudice d’appello – che, alla luce delle risultanze peritali addotte al dibattimento dallo psichiatra Pietro Lucarini, in cui si riscontra un pieno difetto di mente nell’imputata al momento del fatto, ha quindi statuito per il suo proscioglimento.