BANCA MPS: IL CDA APPROVA I RISULTATI AL 30 SETTEMBRE 2021

SIENA Il Consiglio di Amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. ha esaminato ed approvato oggi i risultati al 30 settembre 2021.
I risultati di conto economico di Gruppo al 30 settembre 2021
Al 30 settembre 2021 il Gruppo ha realizzato ricavi complessivi per 2.266 mln di euro, in crescita del 3,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Tale dinamica è da ricondurre soprattutto alla crescita delle commissioni nette, principalmente per i maggiori proventi sulla gestione del risparmio e, in particolare, sul collocamento prodotti e alla crescita degli altri ricavi della gestione finanziaria. Si assiste, invece, ad un calo anno su anno del margine di interesse soprattutto per il minor contributo (circa 87 mln di euro) del portafoglio Non Performing derivante, in particolare, dal deconsolidamento del portafoglio “Hydra M” avvenuto a fine 2020, oltre che per il calo dei rendimenti dell’attivo causato dall’andamento dei tassi di interesse e dalla ricomposizione delle esposizioni che vedono una riduzione delle componenti a vista e breve termine e una crescita della componente a medio/lungo termine. Il margine di interesse ha beneficiato, invece, del minor costo della raccolta commerciale, nonché degli effetti positivi legati all’accesso alle aste TLTRO3, per quanto parzialmente compensati dal costo dei maggiori depositi presso banche centrali.
I ricavi del terzo trimestre 2021 registrano un calo del 5,2% rispetto al trimestre precedente. In particolare, si assiste ad una crescita del 2,5% del margine di interesse, che ha beneficiato della prosecuzione delle azioni di ottimizzazione del costo della raccolta, e ad una riduzione delle commissioni nette, generata principalmente dalla flessione, tipica del terzo trimestre dell’anno, dei flussi di collocamento e dei relativi proventi. In riduzione rispetto al trimestre precedente gli altri ricavi della gestione finanziaria, che nel secondo trimestre avevano beneficiato della contabilizzazione del dividendo erogato da Banca d’Italia e che risentono del peggioramento del risultato da negoziazione/copertura e del minor contributo riveniente dalla partnership con AXA in ambito Bancassurance.
Il margine di interesse al 30 settembre 2021 è risultato pari a 899 mln di euro, in riduzione del 8,2% rispetto allo stesso periodo del 2020. La flessione è stata guidata prevalentemente (i) dal minor contributo (circa 87 mln di euro) del portafoglio Non Performing derivante, in particolare, dal deconsolidamento del portafoglio “Hydra M” avvenuto a fine 2020, oltre che (ii) dal maggior costo della raccolta istituzionale legato alle emissioni effettuate nel secondo semestre 2020, (iii) dal minor contributo del portafoglio titoli di BMPS, anche a seguito delle vendite realizzate nel corso del 2020 e proseguite nel 2021, iv) dal contributo negativo dei derivati di copertura, e v) dal calo dei rendimenti dell’attivo causato dall’andamento dei tassi di interesse e dalla ricomposizione delle esposizioni con una riduzione delle componenti a vista e breve termine e una crescita della componente a medio/lungo termine. Il margine di interesse ha beneficiato, invece, del minor costo della raccolta commerciale e degli effetti positivi, pari complessivamente a 203 mln di euro, legati all’accesso alle aste TLTRO3, per quanto parzialmente compensati dal costo, pari a 75 mln di euro circa, dei maggiori depositi presso banche centrali. Al netto dell’effetto del deconsolidamento del portafoglio Hydra M, il margine di interesse dei nove mesi 2021 è allineato a quello dei nove mesi 2020.
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Il margine di interesse del terzo trimestre 2021, si pone in crescita rispetto al trimestre precedente (+2,5%) grazie soprattutto alla prosecuzione delle iniziative poste in essere dalla Capogruppo per l’ottimizzazione del costo della raccolta da clientela ed al maggior beneficio sul TLTRO3, derivante dall’accesso all’asta del mese di giugno.
Le commissioni nette dei primi nove mesi del 2021, pari a 1.113 mln di euro, risultano in crescita rispetto a quelle consuntivate nello stesso periodo dell’anno precedente (+6,0%). L’incremento è riconducibile ai maggiori proventi sulla gestione del risparmio (+19,5%), sia per le maggiori commissioni sul collocamento prodotti, che per le maggiori commissioni di continuing che hanno beneficiato di una crescita delle masse medie gestite e del rendimento medio. Risultano in calo, invece, le commissioni su credito (-5,3%), anche a seguito della ricomposizione degli impieghi verso forme a più lunga scadenza, e le commissioni da servizi (-1,9%), in relazione al minor gettito riveniente dalla gestione dei conti correnti.
Il contributo del terzo trimestre 2021 risulta in calo nel confronto con il trimestre precedente (-6,3%) a seguito della riduzione, tipica del terzo trimestre dell’anno, di tutte le componenti: (i) commissioni sulla gestione del risparmio -14,1 mln di euro, (ii) commissioni da servizi bancari tradizionali -1,0 mln di euro, (iii) altre commissioni nette -9,1 mln di euro.
I dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni ammontano a 76 mln di euro e risultano in crescita rispetto al 30 settembre 2020 (+18 mln di euro), grazie al maggior contributo generato dalla partnership con AXA9in ambito Bancassurance. Il contributo del terzo trimestre 2021 si pone in riduzione rispetto al trimestre precedente per la contabilizzazione avvenuta nel secondo trimestre del dividendo erogato da Banca d’Italia, oltre che per il minor apporto riveniente dalla partnership con AXA10 in ambito Bancassurance.
Il risultato netto della negoziazione, delle valutazioni al fair value di attività/passività e degli utili da cessioni/riacquisti al 30 settembre 2021 ammonta a 197 mln di euro, in crescita rispetto ai valori registrati nello stesso periodo dell’anno precedente (+43 mln di euro), con un contributo del terzo trimestre 2021 in diminuzione rispetto al secondo trimestre (-2 mln di euro). Dall’analisi dei principali aggregati emerge quanto segue:
• Risultato netto dell’attività di trading positivo per 37 mln di euro, in aumento rispetto al valore registrato nello stesso periodo dell’anno precedente, che era stato penalizzato dalle tensioni sui mercati finanziari connesse all’emergenza COVID-19. Il contributo del terzo trimestre 2021 risulta in calo di 14 mln di euro rispetto al trimestre precedente, per il minor contributo dei risultati di MPS Capital Services.
• Risultato netto delle altre attività/passività valutate al fair value in contropartita del conto economico positivo per 20 mln di euro in miglioramento rispetto al contributo negativo di 4 mln di euro registrato nello stesso periodo dell’anno precedente grazie alle plusvalenze registrate su titoli di debito e OICR. Il contributo del terzo trimestre 2021, pari a +4 mln di euro, risulta in
9 AXA-MPS è consolidata nel bilancio del Gruppo con il metodo del patrimonio netto.
10 Vedi nota 9.
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miglioramento rispetto al contributo negativo di 3 mln di euro del secondo trimestre, grazie in particolare alle plusvalenze registrate sugli OICR.
• Risultati da cessione/riacquisto (esclusi i finanziamenti clientela al costo ammortizzato) positivi per 140 mln di euro, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+9,1%) grazie ai maggiori utili derivanti dalla cessione di titoli. Il contributo del terzo trimestre 2021 si pone in crescita rispetto al trimestre precedente di 5 mln di euro grazie ai maggiori utili derivanti dalla cessione di titoli.
Contribuiscono alla formazione dei ricavi anche le voci:
• Risultato netto dell’attività di copertura pari a +8 mln di euro, in crescita rispetto al 30 settembre 2020 (pari a +1,0 mln di euro) e con un contributo del terzo trimestre 2021 in crescita rispetto a quello del trimestre precedente;
• Altri proventi/oneri di gestione negativi per 26 mln di euro, in miglioramento rispetto a quanto registrato nei primi nove mesi del 2020 (pari a -40 mln di euro) e con un contributo del terzo trimestre 2021 (pari a -13 mln di euro) in peggioramento rispetto al trimestre precedente (pari a -2 mln di euro).
Al 30 settembre 2021 gli oneri operativi sono risultati pari a 1.587 mln di euro, in calo rispetto al 30 settembre 2020 (-2,0%) e con un contributo del terzo trimestre 2021 in flessione rispetto al trimestre precedente (-3,7%). Esaminando in dettaglio i singoli aggregati emerge quanto segue:
• Le spese amministrative si sono attestate a 1.455 mln di euro e risultano in diminuzione dello 0,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, e con un contributo del terzo trimestre 2021 in riduzione rispetto a quanto registrato nel trimestre precedente. All’interno dell’aggregato:
o Le spese per il personale, che ammontano a 1.077 mln di euro, si pongono in aumento dell’1,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nonostante la dinamica in flessione degli organici (legata – in primis – alle 560 cessazioni per Fondo di Solidarietà registrate tra il 1° novembre 2020 e il 1° gennaio 2021), in relazione agli aumenti contrattuali derivanti dal rinnovo del CCNL e al venir meno di risparmi conseguente al mancato rinnovo dell’accordo sindacale. Il contributo del terzo trimestre 2021 risulta sostanzialmente stabile rispetto al secondo trimestre (-0,2%).
o Le altre spese amministrative, che ammontano a 378 mln di euro, risultano in diminuzione rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente (-6,4%), grazie anche alle azioni di saving poste in essere. Anche il contributo del terzo trimestre 2021 risulta in riduzione rispetto a quanto registrato nel trimestre precedente (-16,0%).
• Le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali al 30 settembre 2021 ammontano a 132 mln di euro e risultano in flessione rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente (-15,0%) anche per gli effetti dell’introduzione delle valutazioni al fair value degli immobili. Il contributo del terzo trimestre risulta in crescita (+6,1%) rispetto al trimestre precedente.
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Per effetto delle dinamiche sopra descritte, il risultato operativo lordo del Gruppo risulta pari a 679 mln di euro (581 mln di euro quello relativo al 30 settembre 2020), con un contributo del terzo trimestre 2021 in calo di 19 mln di euro circa rispetto al trimestre precedente.
Al 30 settembre 2021 il Gruppo ha contabilizzato un costo del credito clientela pari a -34 mln di euro, che si confrontano con -621 mln di euro del corrispondente periodo dell’anno precedente. Il dato dei primi nove mesi del 2021 include un effetto positivo di 124 mln di euro circa di riduzione di rettifiche derivante dall’aggiornamento degli scenari macroeconomici e un impatto negativo di -152 mln di euro derivante dall’aggiornamento dei modelli di valutazione statistica e da taluni affinamenti metodologici (di cui -99 mln di euro per l’aggiornamento dei modelli LGD). Il valore dei primi nove mesi del 2020 includeva un effetto negativo di circa 300 mln di euro legato al mutato contesto macroeconomico delineatosi con il diffondersi della pandemia COVID-19.
Anche escludendo tali effetti l’aggregato si pone, comunque, in riduzione rispetto ai primi nove mesi del 2020 principalmente per riprese di valore (pari a circa 130 mln di euro) registrate su alcune posizioni significative, per le quali si sono verificati eventi societari che ne hanno migliorato il profilo di rischio. Il costo del credito dei primi nove mesi del 2021 beneficia, infine, del venir meno delle rettifiche sulle posizioni del portafoglio “Hydra M”, deconsolidato a fine dicembre 2020.
Il costo del credito clientela del terzo trimestre 2021, pari a 131,5 mln di euro positivi, risulta in flessione di 220 mln di euro rispetto a quello del trimestre precedente per i sopracitati effetti della riduzione di rettifiche derivante dall’aggiornamento degli scenari macroeconomici, e delle riprese di valore registrate su alcune posizioni significative, parzialmente compensati dai richiamati effetti negativi derivanti dall’aggiornamento dei modelli di valutazione statistica e da taluni affinamenti metodologici.
Il rapporto tra il costo del credito clientela annualizzato ed i finanziamenti clientela al 30 settembre 2021 esprime un tasso di provisioning di 6 bps (90 bps al 31 dicembre 2020).
Il risultato operativo netto del Gruppo al 30 settembre 2021 è positivo per circa 648 mln di euro, a fronte di un valore negativo pari a 46 mln di euro registrato nello stesso periodo dell’anno precedente. Il contributo del terzo trimestre 2021, pari a 321 mln di euro, è in miglioramento rispetto al trimestre precedente, che aveva registrato un valore positivo di circa 124 mln di euro.
Alla formazione del risultato di periodo concorrono anche le seguenti voci:
• Accantonamenti al fondo rischi e oneri negativi per -66 mln di euro, in miglioramento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (pari a -768 mln di euro) per i minori accantonamenti per rischi legali. In miglioramento il contributo del terzo trimestre 2021 rispetto a quanto registrato nel secondo trimestre a fronte di minori accantonamenti per rischi legali e garanzie connesse alle operazioni di cessione crediti.
• Altri utili (perdite) da partecipazioni pari a +2 mln di euro, a fronte di un utile di 1 mln di euro registrato nello stesso periodo dell’anno precedente, con un contributo del terzo trimestre 2021 di +2 mln di euro.
• Oneri di ristrutturazione/oneri una tantum, pari a -8 mln di euro, in miglioramento rispetto ai -129 mln di euro registrati nello stesso periodo dell’anno precedente, che includevano le spese
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(interessi, commissioni e altre spese amministrative) relative all’operazione “Hydra M”. Il contributo del terzo trimestre 2021 (pari a -4 mln di euro) risulta in linea rispetto a quanto registrato nel secondo trimestre.
• Rischi e oneri connessi a SRF, DGS e schemi similari, saldo pari a -159 mln di euro costituito dal contributo a carico del Gruppo dovuto al Fondo di Risoluzione Unico (SRF) contabilizzato nel primo trimestre 2021 pari a 67 mln di euro, dalla quota addizionale a favore del Fondo di Risoluzione Nazionale (FRN) contabilizzata nel secondo trimestre 2021 pari a 22 mln di euro e dalla quota stimata da riconoscere al FITD (DGS) contabilizzata nel terzo trimestre 2021 pari a 70 mln di euro, in crescita rispetto al saldo registrato nello stesso periodo dell’anno precedente a seguito dell’incremento dei volumi dei depositi.
• Canone DTA, pari a -47 mln di euro. L’importo, determinato secondo i criteri del DL 59/2016 convertito in Legge n. 119 del 30 giugno 2016, rappresenta il canone di competenza al 30 settembre 2021 sulle DTA (Deferred Tax Assets) trasformabili in credito di imposta.
• Risultato della valutazione al fair value di attività materiali e immateriali, pari a -28 mln di euro accoglie la svalutazione degli immobili ad uso funzionale (ex IAS 16) di proprietà, in applicazione del nuovo criterio di valutazione del patrimonio immobiliare di Gruppo.
• Utili da cessione di investimenti pari a 14 mln di euro legati alla cessione degli immobili. Al 30 settembre 2020 l’aggregato risultava negativo per 0,4 mln di euro.
Per effetto delle dinamiche sopra evidenziate, l’utile di periodo al lordo delle imposte del Gruppo è stato pari a 356 mln di euro, rispetto al 30 settembre 2020, che aveva registrato un risultato negativo di 1.112 mln di euro.
Le imposte sul reddito dell’operatività corrente registrano un contributo positivo di 35 mln di euro (pari a -417 mln di euro al 30 settembre 2020) imputabile principalmente alla valutazione delle DTA.
Con riferimento ai redditi imponibili dei futuri esercizi, si segnala che la valutazione è stata determinata sulla base delle medesime proiezioni reddituali utilizzate per la Relazione Semestrale Consolidata del 2021. Le proiezioni reddituali incluse nel nuovo Piano Strategico 2021-2025, approvato dal Consiglio di amministrazione il 17 dicembre 2020, non sono state utilizzate essendo tale documento ancora al vaglio delle autorità competenti.
Considerando gli effetti netti della PPA (-2,7 mln di euro), l’utile consolidato del Gruppo ammonta a 388 mln di euro, a fronte di una perdita di -1.532 mln di euro conseguita nello stesso periodo del 2020. Il contributo del terzo trimestre 2021, pari a 186 mln di euro, è in miglioramento rispetto a quello del trimestre precedente, pari a 83 mln di euro.
Gli aggregati patrimoniali di Gruppo al 30 settembre 2021
Al 30 settembre 2021 i volumi di raccolta complessiva del Gruppo sono risultati pari a 197,7 mld di euro con un calo delle masse di 1,0 mld di euro rispetto al 30 giugno 2021, legato al decremento della raccolta diretta (-1,1 mld di euro). L’aggregato risulta in calo anche rispetto al 31 dicembre
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2020 (-8,1 mld di euro) per il decremento della raccolta diretta (-10,8 mld di euro) solo in parte compensato dall’aumento della raccolta indiretta (+2,7 mld di euro).
I volumi di raccolta diretta si sono attestati a 92,9 mld di euro e risultano in calo di 1,1 mld di euro rispetto ai valori di fine giugno 2021. Il decremento è imputabile principalmente alla flessione dei conti correnti (-3,0 mld di euro), guidata dalla prosecuzione delle azioni, poste in essere dalla Capogruppo, di ottimizzazione del costo del funding, solo in parte compensata dall’aumento dei PCT (+3,1 mld di euro), in relazione alla maggiore operatività di MPS Capital Services. In diminuzione i depositi vincolati (-0,5 mld di euro), le altre forme di raccolta (-0,5 mld di euro) e il comparto obbligazionario (-0,2 mld di euro).
Rispetto a fine dicembre 2020, l’aggregato risulta in calo di 10,8 mld di euro, con una flessione che caratterizza tutte le forme tecniche. In particolare, si registra un calo dei conti correnti (-2,8 mld di euro), dei depositi vincolati (-1,9 mld di euro) e delle altre forme di raccolta (-1,9 mld di euro). Si assiste, inoltre, ad una minore operatività in PCT (-2,5 mld di euro) e ad una riduzione del comparto obbligazionario (-1,7 mld di euro).
Il calo del comparto obbligazionario deriva principalmente dalla scadenza di un covered bond, mentre il calo negli altri comparti è stato guidato dalle azioni, poste in essere dalla Capogruppo, di riduzione dei tassi riconosciuti alla clientela, principalmente corporate, e più in generale dalle azioni di ottimizzazione del costo del funding.
La quota di mercato11 del Gruppo sulla raccolta diretta si è attestata al 3,72% (dato aggiornato a luglio 2021) in calo rispetto a dicembre 2020 (pari a 3,93%).
La raccolta indiretta si è attestata a 104,8 mld di euro, in crescita di 0,2 mld di euro rispetto al 30 giugno 2021 per l’effetto della crescita della componente del gestito (+0,3 mld di euro), che ha beneficiato di flussi netti positivi in parte compensati da un effetto mercato negativo; sostanzialmente stabile la componente dell’amministrato (-0,1 mld di euro).
Nel confronto con il 31 dicembre 2020 si assiste ad una crescita della raccolta indiretta di 2,7 mld di euro imputabile alla componente del risparmio gestito (+4,0 mld di euro), che ha beneficiato di flussi netti positivi e di un effetto mercato positivo. Risulta, invece, in calo la componente dell’amministrato (-1,3 mld di euro), in relazione a movimenti rilevati su un grande cliente, in parte compensati dall’effetto mercato positivo.
Al 30 settembre 2021 i finanziamenti clientela del Gruppo si sono attestati a 81,2 mld di euro, in lieve diminuzione rispetto a fine giugno 2021 (-0,2 mld di euro), per la minor operatività in PCT (-0,6 mld di euro), in parte compensata dall’aumento degli altri finanziamenti (+0,3 mld di euro). Sostanzialmente stabili le altre forme tecniche.
L’aggregato risulta in calo di 1,4 mld di euro nel confronto con il 31 dicembre 2020 per la minor operatività in PCT (-2,5 mld di euro) e per il calo degli altri finanziamenti (-0,7 mld di euro) e dei conti correnti (-0,2 mld di euro). In aumento, invece, il comparto dei mutui (+1,8 mld di euro), influenzati
11 Depositi e PCT (esclusi PCT con controparti centrali) da clientela ordinaria residente e obbligazioni, al netto dei riacquisti, collocate a clientela ordinaria residente come primo prenditore.
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anche dall’effetto delle erogazioni concesse nell’ambito dei decreti governativi emanati a seguito dell’emergenza COVID-19.
La quota di mercato12 del Gruppo risulta pari al 4,50% (ultimo aggiornamento disponibile luglio 2021) in crescita di 8 b.p. rispetto a fine 2020.
L’esposizione lorda dei crediti classificati nel primo stadio, pari a 67,2 mld di euro, registra un incremento sia rispetto al 30 giugno 2021 (pari a 64,3 mld di euro) che rispetto al 31 dicembre 2020 (pari a 65,5 mld di euro).
Le posizioni classificate nel secondo stadio, la cui esposizione lorda ammonta a 12 mld di euro, risultano in calo sia rispetto ai 15,3 mld di euro del 30 giugno 2021 che rispetto ai 15,4 mld di euro del 31 dicembre 2020.
Le due dinamiche sono interamente riconducibili all’aggiornamento degli scenari forward looking sui quali si è osservato un netto miglioramento rispetto a quanto fino ad oggi utilizzato. Gli scenari usati per le valutazioni contabili di dicembre 2020 e giugno 2021 erano gli scenari 2020-2022, comprensivi, pertanto, del picco recessivo del 2020, mentre ai fini del presente Resoconto gli scenari sono stati aggiornati sulla base delle ultime previsioni macroeconomiche per l’orizzonte 2022-2024. La dinamica complessiva evidenzia una sostanziale stabilità dei livelli assoluti e di copertura dei tre stage, evidenziando, pertanto, l’assenza di un deterioramento del portafoglio riconducibile alla progressiva scadenza delle moratorie ex lege concesse alla clientela (il cui ammontare risulta ormai immateriale sulle controparti retail e in progressiva riduzione sulle controparti aziende).
Il totale finanziamenti clientela deteriorati del Gruppo al 30 settembre 2021 è risultato pari a 4,3 mld di euro in termini di esposizione lorda, in lieve incremento sia rispetto al 30 giugno 2021 (pari a 4,2 mld di euro) sia rispetto al dato del 31 dicembre 2020 (pari a 4,0 mld di euro). In particolare,
• l’esposizione lorda delle sofferenze, pari a 1,7 mld di euro, risulta in aumento sia rispetto al 30 giugno 2021 (pari a 1,6 mld di euro) sia rispetto al 31 dicembre 2020 (pari a 1,5 mld di euro);
• l’esposizione lorda delle inadempienze probabili, pari a 2,5 mld di euro, risulta in riduzione dell’1% circa rispetto al 30 giugno 2021 e in lieve incremento rispetto al 31 dicembre 2020 (pari a 2,4 mld di euro);
• l’esposizione lorda dei finanziamenti scaduti deteriorati, pari a 89 mln di euro, registra una flessione rispetto ai 99 mln di euro del 30 giugno 2021 e una crescita rispetto ai 76 mln di euro del 31 dicembre 2020.
Al 30 settembre 2021 l’esposizione netta in termini di finanziamenti clientela deteriorati del Gruppo si è attestata a 2,3 mld di euro in leggera crescita sia rispetto al 30 giugno 2021 (pari a 2,2 mld di euro) che rispetto al 31 dicembre 2020 (pari a 2,2 mld di euro).
L’incidenza dei finanziamenti clientela deteriorati netti sul totale finanziamenti clientela netti al 30 settembre 2021 risulta pari al 2,8%, stabile rispetto al 30 giugno 2021 (pari a 2,8%) e in leggero aumento rispetto a dicembre 2020 (pari a 2,6%). In dettaglio, l’incidenza in termini percentuali delle
12 Prestiti a clientela ordinaria residente, comprensivi di sofferenze e al netto dei PCT con controparti centrali.
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sofferenze (pari a 0,7%) e quella degli scaduti deteriorati (pari a 0,1%) rimangono invariate sia rispetto a giugno 2021 che rispetto a dicembre 2020. L’incidenza in termini percentuali delle inadempienze probabili, pari al 2%, resta invariata rispetto a giugno 2021 e in leggero aumento rispetto a dicembre 2020 (pari a 1,9%).
Al 30 settembre 2021 la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 46,5%, in lieve calo rispetto al 30 giugno 2021 (pari a 46,9%) principalmente per effetto della riduzione della percentuale di copertura delle inadempienze probabili (che passa dal 36,3% al 34,5%) e degli scaduti deteriorati (che passa dal 26,0% al 25,2%), solo in parte compensata dall’aumento della percentuale di copertura delle sofferenze (che passa dal 64,5% al 64,9%). Rispetto al 31 dicembre 2020 la percentuale di copertura dei crediti deteriorati registra, invece, un incremento passando dal 46,2% al 46,5% grazie all’incremento della percentuale di copertura delle sofferenze (che passa dal 62,3% al 64,9%) solo in parte bilanciato dal calo della percentuale di copertura delle inadempienze probabili (che passa dal 36,8% al 34,5%) e degli scaduti deteriorati (che passa dal 27,8% al 25,2%).
Il calo temporaneo del coverage delle inadempienze probabili, sia rispetto al 31 dicembre 2020 che rispetto al 30 giugno 2021, deriva principalmente dalla ripresa di valore registrata su una posizione significativa, per la quale la classificazione da inadempienza probabile a performing è avvenuta il 1° ottobre 2021 (se la riclassifica fosse avvenuta nel mese di settembre, il coverage delle inadempienze probabili si sarebbe attestato al 38,2% e il coverage complessivo dei crediti deteriorati al 49,2%).
Al 30 settembre 2021 le attività in titoli del Gruppo sono risultate pari a 25,0 mld di euro, in aumento rispetto al 30 giugno 2021 (+1,8 mld di euro) per l’incremento delle attività finanziarie detenute per la negoziazione riferibili, in particolare, alla controllata MPS Capital Services, mentre risultano stabili le altre componenti.
L’aggregato risulta in aumento anche rispetto al 31 dicembre 2020 (+3,3 mld di euro) in relazione all’incremento della componente di negoziazione riferibile, in particolare, alla controllata MPS Capital Services, solo in parte compensato dalla flessione delle attività finanziarie valutate al FV con impatto sulla redditività complessiva e della componente a costo ammortizzato. Si segnala che il valore di mercato dei titoli presenti nei crediti verso clientela al costo ammortizzato è pari a 9.498,6 mln di euro (con plusvalenze implicite per circa 180,6 mln di euro).
Le passività finanziarie di negoziazione per cassa, riferibili, in particolare, alla controllata MPS Capital Services, si attestano al 30 settembre 2021 a 3,3 mld di euro e risultano in diminuzione sia rispetto al 30 giugno 2021 (-0,5 mld di euro) che rispetto al 31 dicembre 2020 (-1,2 mld di euro).
Al 30 settembre 2021 la posizione netta in derivati, pari a -227 mln di euro risulta in peggioramento rispetto al 30 giugno 2021 (pari a -41 mln di euro) e in miglioramento rispetto al 31 dicembre 2020 (pari a -235 mln di euro).
Al 30 settembre 2021, la posizione interbancaria netta del Gruppo si è attestata a 6,5 mld di euro in raccolta, a fronte di 3,3 mld di euro in raccolta al 30 giugno 2021. La variazione è principalmente legata al calo dei depositi sul conto della riserva obbligatoria.
Rispetto al 31 dicembre 2020 (che vedeva una posizione interbancaria netta pari a 5,6 mld di euro in impiego), la variazione è dovuta agli ulteriori accessi alle aste TLTRO3 per complessivi 5,5 mld di
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euro accompagnati dal calo dei depositi sul conto della riserva obbligatoria e dei debiti verso banche, per la minore operatività in PCT.
Al 30 settembre 2021 la posizione di liquidità operativa presenta un livello di Counterbalancing Capacity non impegnata pari a circa 25,6 mld di euro, in calo di 5,4 mld di euro rispetto al 30 giugno 2021. In calo anche rispetto al 31 dicembre 2020 (-7,5 mld di euro) per la minore raccolta commerciale e la scadenza di obbligazioni di mercato (in particolare per la scadenza di covered bond nel secondo trimestre 2021).
Al 30 settembre 2021 il patrimonio netto del Gruppo e di pertinenza di terzi risulta pari a circa 6,3 mld di euro in aumento di 185 mln di euro rispetto al 30 giugno 2021 per effetto dell’utile registrato nel terzo trimestre. L’effetto netto derivante dalla vendita delle azioni proprie (decremento delle azioni proprie per 131,5 mln di euro compensato dal risultato di negoziazione negativo per 114,1 mln di euro iscritto nelle altre riserve) è stato, infatti, sostanzialmente bilanciato dalla riduzione delle riserve da valutazione.
Rispetto al 31 dicembre 2020 il patrimonio netto del Gruppo e di pertinenza di terzi risulta in aumento di 479 mln di euro, ascrivibili i) all’incremento delle riserve da valutazione, ii) all’utile di periodo e iii) all’effetto netto del decremento delle azioni proprie per 309,7 mln di euro conseguente alle vendite effettuate dal Gruppo compensato dal risultato di negoziazione negativo per 267,2 mln di euro iscritto nelle altre riserve.
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, al 30 settembre 2021 il Common Equity Tier 1 Ratio si è attestato a 12,3% (rspetto al 12,1% di fine 2020 e del 30 giugno 2021) e il Total Capital Ratio è risultato pari a 15,9% (rispetto al 15,8% di fine 2020 e al 15,5% del 30 giugno 2021). Tali ratio non includono l’utile di periodo del terzo trimestre 2021; includendo il risultato di periodo risultano pari rispettivamente al 12,8% e 16,4%.